Rame, ferro e gas ai minimi dell’anno. Sui mercati manca la fiducia
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 29 maggio 2023
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
LME Non Ferrosi Macroeconomia Analisi settimanale LMEDinamica settimanale
Andamento dei singoli metalli non ferrosi
- Rame: In calo il prezzo del rame che la scorsa settimana ha chiuso a quota 8.082 $/Ton. Spread tra spot e future è in contango.
- Nichel: Stabile la quotazione del nichel, che settimana scorsa ha chiuso al di sotto dei 21.500 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio: In calo il prezzo dell’alluminio primario, posizionatosi la scorsa settimana a quota i 2.242 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio secondario: Stabile il prezzo dell’alluminio secondario a 1.945 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Zinco: Lieve flessione anche per il prezzo dello zinco, che venerdì ha chiuso a 2.320 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
- Piombo: In diminuzione anche il prezzo del piombo che venerdì ha chiuso poco sotto i 2.060 $/Ton. Spread in contango.
- Stagno: Il prezzo dello stagno venerdì ha chiuso in negativo, arrivato a scendere sotto i 25.000 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
Commento Macroeconomico
Le quotazioni di rame e ferro, due metalli che sono impiegati in diversi comparti manifatturieri, sono ai minimi del 2023 e per la precisazione ai minimi da sette mesi. La quotazione LME del rame è andata sotto quota 8000 $/ton (dai 9550 del gennaio scorso) e quella CME del ferro è scesa sotto quota 100 $/ton dai 140 del marzo scorso. Ai minimi pluriennali è il prezzo TTF del GAS attualmente a quota 25 €/MWh (dai 307 di agosto 2022).
Secondo il gruppo BHP, la più grande società mineraria del mondo, le cause del ribasso dei prezzi del rame e del ferro, dei quali è un importante produttore a livello mondiale, sono da cercare principalmente nel rallentamento generale dell’economia cinese e in particolare del comparto edile (la Cina è il più grande consumatore mondiale e anche il più grande importatore).
Per il gas, la causa è il quasi azzeramento delle importazioni europee del gas russo. Le altre concause sono il rallentamento dell’economia globale e il rafforzamento del dollaro.
Stando a questa analisi le prospettive di un’inversione della tendenza dei prezzi per rame e ferro, da ribassista a rialzista, sono quindi legate alla ripresa dell’economia globale in generale e di quella cinese in particolare. Per quanto riguarda il gas è stato annullato l’effetto della guerra sui prezzi e ora si torna ai fondamentali (domanda-offerta).
Dal lato delle banche, le ultime news riguardano ancora il tasso di inflazione piuttosto alto ovunque che costringe le principali Banche Centrali a tenere una politica monetaria restrittiva con alti tassi d’interesse che frenano investimenti e consumi. Per quanto riguarda l’Unione Europea, la notizia dei giorni scorsi che la Germania (la locomotiva della UE) sia tecnicamente in recessione, non induce all’ottimismo. Gli indici di fiducia di aziende e famiglia sono scesi a livelli molto bassi il che non depone a favore di una ripresa nel breve periodo. Poi la guerra in Ucraina che rimane la prima causa di incertezza viste le implicazioni geopolitiche che comporta a livello globale e, da ultimo, le tensioni commerciali fra i protagonisti mondiali che impattano sul sentiment delle aziende.
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La reazione dei mercati
Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana
CRB Index: in calo.
GSCI Index: stabile.
BDI Index-Noli marittimi: in calo.
Petrolio Brent: in lieve aumento.
Gas naturale TTF: in calo.
LMEX-Metalli non ferrosi: in calo.
Dollar Index: in aumento.