Prove di rimbalzo per i metalli non ferrosi

Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 5 giugno 2023

.

LME Non Ferrosi Macroeconomia Analisi settimanale LME

Dinamica settimanale

Andamento non ferrosi

Andamento dei singoli metalli non ferrosi

  • Rame: In aumento il prezzo del rame che la scorsa settimana ha chiuso oltre quota 8.300 $/Ton. Spread tra spot e future è in contango.
  • Nichel: Stabile la quotazione del nichel, che settimana scorsa ha continuato a posizionarsi sotto i 21.500 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio: In aumento il prezzo dell’alluminio primario, posizionatosi la scorsa settimana a quota i 2.265 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Alluminio secondario: Stabile il prezzo dell’alluminio secondario a 1.945 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Zinco: Stabile anche per il prezzo dello zinco, che venerdì ha chiuso a 2.300 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
  • Piombo: In calo il prezzo del piombo che venerdì ha chiuso poco sopra i 2.000 $/Ton. Spread in contango.
  • Stagno: Forte aumento del prezzo dello stagno, che venerdì ha chiuso in rialzo oltrepassando la soglia dei 26.000 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.

Commento Macroeconomico

Nella settimana scorsa c’è stato un tentativo di rimbalzo dei prezzi del comparto dei metalli non ferrosi col rame che torna sopra gli 8300 $/ton e l’alluminio primario che si avvicina a quota 2300 $/ton. Anche il CRB Index, che riguarda le commodity in generale, ha provato a rimbalzare dai minimi degli ultimi dieci giorni.
Per ora, potrebbe trattarsi solamente di un rimbalzo dovuto ai nuovi minimi toccati in precedenza. Bisogna aspettare per vedere se dal rimbalzo si passa ad una vera e propria fase di rialzo.
Al momento i fattori ribassisti sono diversi:

  • crescita economica globale in rallentamento nel 2023;
  • minore crescita economica nelle tre aree più sviluppate a livello mondiale (USA, Cina, Unione Europea);
  • inflazione elevata;
  • politica monetaria restrittiva da parte delle maggiori Banche Centrali;
  • dollaro forte.

    A questi si aggiunge la guerra in Ucraina che continua ad essere l’elemento di incertezza generale, anche per il fatto che al momento non c’è alcuna prospettiva di pace e neanche di tregua.
    A conferma di quanto sopra riguardo la situazione economica, ci sono le previsioni uscite in aprile del Fondo Monetario Internazionale che ben fotografano il quadro macro. La crescita economica globale è stimata sotto il 3%, quella USA sotto il 2% e quella UE sotto l’1%. Quella cinese è intorno al 3% comunque inferiore alle stime precedenti fatte da Pechino. Tra i settori cinesi più in crisi, c’è l’immobiliare.
    Se guardiamo alla situazione europea ed italiana in particolare, si nota una certa sofferenza nei settori manifatturieri energivori, come quello metallurgico, dove pesa ancora l’incidenza dei costi dell’energia, che seppur in ribasso, sono più alti dei valori rilevati prima dello scoppio della guerra in Ucraina. Nella UE, il tasso d’inflazione che aveva superato il 10% ora viaggia appena sotto il 6%, quindi ancora su livelli elevati.

    Vuoi restare aggiornato sull’andamento dei mercati delle commodity?
    Iscriviti gratuitamente alla newsletter PricePedia!
    Visualizza le ultime newsletter PricePedia

    La reazione dei mercati


    Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana

    CRB Index: in forte aumento.
    GSCI Index: in forte aumento.
    BDI Index-Noli marittimi: in calo.
    Petrolio Brent: in aumento.
    Gas naturale TTF: in calo.
    LMEX-Metalli non ferrosi: in aumento.
    Dollar Index: in aumento.