Forte impennata del prezzo del gas: le interruzioni prolungate degli impianti norvegesi preoccupano i trader

Andamento settimanale delle commodity energetiche

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Gas Naturale

Alla chiusura di venerdì 16 giugno sul mercato del gas naturale si sono registrati i seguenti livelli di prezzo1:

  • TTF Olanda 35 €/MWh (+3 €/MWh)
  • HenryHub USA 8.3 €/MWh (+1.1 €/MWh)
  • NBP Regno Unito 35.2 €/MWh (+3.9 €/MWh)
  • JKM Asia 34.8 €/MWh (+5.5 €/MWh)
  • PSV Italia 42.7 €/MWh (+14 €/MWh)

Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari

Settimana altamente volatile in Europa, con i futures di riferimento che sono incrementati del 50% dall’inizio di giugno eguagliando i livelli aprile.
I prezzi hanno invertito la rotta principalmente a causa delle interruzioni prolungate degli impianti Norvegesi, dalla decisione ormai nell’aria da tempo e adesso definitiva della chiusura permanente del giacimento di Groningen e da un’ondata di caldo torrido che impatterà sulla domanda di Energia elettrica del Vecchio Continente.
Gassco, il principale operatore norvegese della rete gas, ha infatti dichiarato lo scorso martedì che la chiusura pianificata di uno dei suoi impianti è stata estesa fino al 15 luglio, mentre stando a quanto riferito inizialmente il ritorno alle attività era previsto il 21 giugno. Inoltre, altri due impianti rimarranno offline a tempo indeterminato, causa di "problemi di processo", secondo quanto afferma il comunicato.
Nella giornata di giovedì i prezzi hanno subito un’impennata inaspettata fino a raggiungere quasi la soglia dei 50 €/MWh. La notizia trapelata, che ha scosso il mercato, è stata la chiusura definitiva di Groningen. Il giacimento è uno dei più grandi al mondo, ma ora rappresenta solo una frazione dell'approvvigionamento di gas in Europa, tuttavia, i rapporti secondo cui potrebbe chiudere nel mese di ottobre sembrano aver scosso i trader. Venerdì vi è stata poi la smentita ufficiale da un portavoce del governo olandese alla CNN, il quale ha affermato che non è stata ancora presa una decisione ufficiale su quando chiudere l’impianto. La notizia ha portato ad un forte calo dei prezzi.
Resta comunque elevato il livello di tensione e la sensazione comune è quella di un mercato europeo ancora altamente instabile.

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Petrolio

Venerdì il Brent è stato quotato a 76.6 $ al barile, registrando un aumento rispetto alla settimana precedente di +1.8 $, il WTI ha chiuso a 71.8 $ al barile, registrando una variazione di +1.6 $ rispetto alla scorsa settimana, e infine l’Oman/Dubai arrivato a toccare i 75.2 $ al barile, con una variazione di +0.8 $.

Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio

I principali benchmark petroliferi hanno chiuso la settimana appena trascorsa al rialzo, con guadagni di circa il 2%. L’apertura odierna è stata invece ribassista su tutto il comparto Oil.
Continuano ad avere un forte impatto sui prezzi del petrolio le news sull’economia cinese. Molte banche hanno infatti ridimensionato le loro previsioni sulla crescita del PIL del Paese asiatico dopo che l’Ufficio Doganale ha comunicato la scorsa settimana il forte calo delle esportazioni nel mese di maggio.
Secondo quanto riportato dagli analisti, il mercato immobiliare cinese non si è ripreso dal crollo dello scorso anno e a maggio sia le vendite al dettaglio che la produzione industriale sono risultate al di sotto delle aspettative. Martedì si prevede che la Cina taglierà i tassi sui prestiti per sostenere una ripresa economica traballante.
L’International Energy Agency (IEA) ha dichiarato mercoledì che la crescita della domanda globale di petrolio è destinata a interrompersi entro il 2028, poiché l'uso del petrolio nel settore dei trasporti diminuirà dal 2026. La prospettiva di un indebolimento della domanda riduce pertanto l’interesse delle principali compagnie petrolifere a scavare nuovi pozzi. È probabilmente questo uno dei principali motivi che hanno portato alla fusione tra Patterson-UTI Energy (PTEN. O) e NexTier Oilfield Solutions (NEX. N), due piccole società di servizi petroliferi per un valore totale di circa 5 miliardi di dollari.

Carbone Termico

Infine, venerdì il carbone termico spot Europa è stato quotato a 104.9 €/Ton, registrando una flessione rispetto alla settimana precedente di -2.5 €/Ton, mentre il prezzo del carbone termico spot Australia ha chiuso a 117.1 €/Ton, registrando anch’esso una forte flessione pari a -8.8 €/Ton.

Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa

I paesi dell'Unione europea stanno prendendo in considerazione una proposta che consentirebbe agli Stati membri di prolungare il sostegno al meccanismo di capacità per le centrali a carbone abbassando i limiti di emissione di CO2. Secondo il meccanismo vigente, l'UE fissa limiti di emissione di CO2 col fine di orientare i paesi alla generazione più pulita del loro mix energetico. Il limite attuale è di 550 grammi di CO2 di origine fossile per kWh di elettricità prodotta. Il documento proposto alla Commissione afferma che i meccanismi di capacità in atto prima di luglio 2019 sarebbero autorizzati ad eludere questo limite per un periodo limitato se vengono soddisfatte determinate condizioni.
Tra i principali paesi a sostegno di tale proposta vi è la Polonia, essendo essa dipendente dal carbone per circa il 70% della sua produzione di elettricità. Questi impianti ricevono un sostegno economico dallo Stato per la fornitura di energia, ma questo terminerà nel 2025, quando entreranno in vigore i limiti di emissione dell'UE più stringenti per le centrali a carbone.


1. Il prezzo del gas naturale nei diversi mercati finanziari fa riferimento al prezzo registrato venerdì 16 giugno 2023. Il valore in parentesi indica la differenza con il venerdì precedente.