Il livello record degli stoccaggi di gas non basta a ridurre la volatilità dei prezzi

Andamento settimanale delle commodity energetiche

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Gas Naturale

Alla chiusura di venerdì 7 luglio sul mercato del gas naturale si sono registrati i seguenti livelli di prezzo1:

  • TTF Olanda 33.5 €/MWh (-3.6 €/MWh)
  • NBP Regno Unito 32.7 €/MWh (-3.6 €/MWh)
  • HenryHub USA 8.1 €/MWh (-0.7 €/MWh)
  • PSV Italia 34.9 €/MWh (-1.2 €/Mwh)
  • JKM Asia 37.9 €/MWh (-0.5 €/MWh)

Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari

Settimana tranquilla per i prezzi del gas, con le quotazioni del TTF month-ahead che nelle ultime sessioni hanno stazionato all’interno del trading range 32 – 34 €/MWh, in quella che sembra una vera e propria fase di consolidamento. L’apertura settimanale ha visto le quotazioni posizionarsi a 32.5 €/MWh, in linea coi valori della sessione precedente.
Gli stoccaggi europei di gas sono attualmente al 79% della capacità, in notevole aumento rispetto al 61% nello stesso periodo dell'anno scorso, secondo i dati del Gas Infrastructure Europe.
Da diversi mesi oramai il mercato è caratterizzato da una forte fase di contango, causato da una robusta offerta unito a una forte riduzione della domanda. Tuttavia i prezzi spot stanno affrontando una fase di elevata volatilità poiché anche modeste variazioni lato offerta possono spostare significativamente gli equilibri.
Il mercato è diventato più vulnerabile dato che le importazioni di GNL, indispensabili per l'Europa dopo i tagli delle forniture di Gazprom dello scorso anno, si sono ridotte nelle ultime settimane. I volumi sono infatti vicini ai minimi dello scorso anno. In aggiunta ai potenziali rischi, c'è anche una nuova ondata di calore in alcune regioni dell'Europa occidentale e centrale. Si sono infatti registrate temperature a Francoforte di 35 °C nella giornata di domenica, quasi 7 ° C al di sopra della media storica. Una combinazione prolungata di calore e siccità minaccia i livelli dei fiumi necessari per il rifornimento delle centrali idroelettriche e mette in crisi i sistemi di raffreddamento di alcuni reattori nucleari.

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Petrolio

Venerdì il Brent è stato quotato a 78.5 $ al barile, registrando un aumento rispetto alla settimana precedente di +3.6 $, il WTI ha chiuso a 73.9 $ al barile, registrando una variazione di +3.3 $ rispetto alla scorsa settimana, e infine l’Oman/Dubai arrivato a toccare i 78.2 $ al barile.

Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio

Prosegue, seppur a rilento, la risalita dei prezzi dei prodotti petroliferi. Le quotazioni del Brent, assieme al WTI, sono incrementate di circa 3 dollari al barile rispetto allo scorso lunedì.
Vitol e Gunvor, due tra i principali trader energetici indipendenti del mondo, continuano a essere importanti acquirenti di petrolio russo, più di un anno dopo che entrambe le società si erano impegnate a ridurre drasticamente i loro affari con Mosca in seguito all'invasione dell'Ucraina. L'analisi dei registri delle esportazioni nei primi quattro mesi del 2023, depositati presso le dogane russe, ha evidenziato che le società rientrano tra i primi dieci acquirenti di greggio. Nello specifico Gunvor, società con sede in Svizzera, si è posizionata ottava, con un import pari a circa un milione di tonnellate di prodotti petroliferi per un valore di circa 540 milioni di dollari, secondo i dati esaminati dal Financial Times. Vitol, società i cui vertici risiedono a Londra e a Ginevra, è stata invece la decima acquirente, con circa 600.000 tonnellate di prodotti petroliferi per un valore di circa 400 milioni di dollari.
Il commercio di greggio dalla Russia non è vietato dai paesi occidentali, ed è stato addirittura incoraggiato dagli USA per limitare le interruzioni delle forniture, a patto che i trader rispettino le sanzioni occidentali imposte dopo l'invasione dell'Ucraina nel 2022. Tra le principali sanzioni vi è il “price cap” imposto dai paesi del G7, introdotto nel febbraio di quest'anno, col fine di ridurre sensibilmente i guadagni di Mosca.
Entrambe le società hanno confermato di essere acquirenti regolari di combustibili raffinati russi, ma hanno contestato l'accuratezza dei dati, dichiarando dei volumi di scambio inferiori rispetto a quanto evidenziato nei registri.

Carbone Termico

Infine, venerdì il carbone termico spot Europa è stato quotato a 106.9 €/Ton, stabile rispetto alla settimana precedente, mentre il prezzo del carbone termico spot Australia ha chiuso a 126.7 €/Ton, registrando un forte incremento pari a +9.8 €/Ton.

Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa

La scorsa settimana il governo australiano ha pubblicato l'ultimo rapporto trimestrale sulle risorse energetiche, che ha evidenziato come la guerra in Ucraina e la crescita del dollaro USA abbiano portato a guadagni record per l'export del carbone nel 2022-23. Nonostante ciò, il governo prevede un calo generale dei prezzi entro il 2025. In particolare, si prevede che il prezzo del coke australiano scenderà dai 273 $/Ton del 2023 a circa 200 $/Ton entro il 2025.
Il prezzo resterà comunque superiore ai livelli precedenti al 2019, dove il prezzo medio tra gennaio 2015 e gennaio 2019 è stato di 156 $/Ton.
Stesso discorso per quanto riguarda il carbone termico. Si prevede infatti che i prezzi scenderanno a circa 120 $/Ton entro il 2025, dopo aver raggiunto il livello di 380 $/Ton nel 2022. Inoltre, secondo le ultime previsioni, il ricavo dalle esportazioni dovrebbe scendere da 60 miliardi di dollari australiani nel 2022-23 a circa 30 miliardi di dollari australiani entro il 2024-25.


1. Il prezzo del gas naturale nei diversi mercati finanziari fa riferimento al prezzo registrato venerdì 7 luglio 2023. Il valore in parentesi indica la differenza con il venerdì precedente.