Rallenta la crescita economica globale, mentre il debito sale
Settimanale metalli non ferrosi LME - Commento del 25 settembre 2023
Pubblicato da Cosimo Natoli. .
Non Ferrosi Analisi settimanale LMEDinamica settimanale
Andamento settimanale dei singoli metalli non ferrosi (18-25 settembre)
- Rame: Scende il prezzo del rame arrivato a toccare la scorsa settimana gli 8107 $/Ton. Spread tra spot e future è in contango.
- Nichel: In discesa anche il prezzo del nichel, che settimana scorsa ha raggiunto i 18950 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio: Stabile il prezzo dell’alluminio primario, posizionatosi la scorsa settimana a quota 2183 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Alluminio secondario: Stabile anche il prezzo dell’alluminio secondario, fermo a 1497 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Zinco: In crescita il prezzo dello zinco, che venerdì ha chiuso sopra i 2500 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in contango.
- Piombo: In lieve calo il prezzo del piombo che venerdì ha chiuso a 2216 $/Ton. Spread in backwardation.
- Stagno: Stabile anche il prezzo dello stagno, che venerdì ha chiuso poco sopra i 25300 $/Ton. Lo spread tra spot e future è in backwardation.
Commento Macroeconomico
Nella settimana scorsa le notizie importanti dal punto di vista macroeconomico sono arrivate dalla FED e dall’OCSE.
La banca centrale americana ha lasciato invariati i tassi d’interesse perché l’economia americana, al contrario delle attese, non ha registrato ulteriori segni di rallentamento. Al contrario l’economia dell’eurozona è in rallentamento e anche quella della Cina che quest’anno crescerà del 5% al di sotto delle aspettative. Quello cinese è il rallentamento che preoccupa di più e rischia di contribuire ad un prolungato rallentamento globale che si ripercuoterà su tutta la supply chian del mondo.
Per quanto riguarda il debito mondiale, secondo i dati appena diffusi dall’International Institute of Finance (Iif) nel consueto rapporto trimestrale Global Debt Monitor, nella prima metà del 2023 l’ammontare di debito contratto da governi, banche, imprese e famiglie nel mondo risulta aumentato di circa 10mila miliardi di dollari, ossia ha raggiunto un nuovo massimo storico a quota 307mila miliardi, che a conti fatti supera di 100mila miliardi i livelli di dieci anni fa.
Appena una settimana fa il Fondo Monetario Internazionale aveva riportato alla ribalta la questione, analizzando però i dati a fine 2022 ed escludendo dal computo il mondo aziendale non finanziario. L’Iif completa adesso il quadro con dati più aggiornati e in un contesto complicato dalla stretta monetaria più violenta che si ricordi, che ha portato quasi ovunque i tassi sui massimi da oltre un decennio, e che è pronta quindi a far scattare la catena inflazione, tassi alti, recessione (il rapporto tra debito e PIL mondiale è del 337%).
Dai mercati delle commodity preoccupa anche il rialzo dei prezzi del petrolio che puntano a quota 100 dollari al barile.
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La reazione dei mercati
Variazioni dei principali indici rispetto alla scorsa settimana
CRB Index: in calo.
GSCI Index: in calo.
BDI Index-Noli marittimi: in aumento.
Petrolio Brent: in aumento.
Gas naturale TTF: in aumento.
LMEX-Metalli non ferrosi: in calo.
Dollar Index: stabile.