Le quotazioni del PET vergine e riciclato

Il prezzo del riciclato sta riducendo il differenziale rispetto al prodotto vergine

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termoplastiche di base Strumenti e Metodologie

Il polietilene tereftalato (PET) è una materia plastica impiegata in moltissimi settori industriali, soprattutto quello degli imballaggi. Le sue caratteristiche fisiche, quali ad esempio resistenza e leggerezza, lo rendono una delle termoplastiche più ampiamente utilizzate.
La classificazione dei codici doganali nella nomenclatura combinata distingue il PET[1] in forme primarie[2] sulla base dell'indice di viscosità, superiore o inferiore a 78 ml/g: la prima tipologia è utilizzata nella produzione di bottiglie di plastica, poiché ha maggiore resistenza meccanica e una maggiore trasparenza, la seconda è, invece, comunemente impiegata per produrre film plastici.
Nel grafico che segue viene illustrato l'andamento dei prezzi del PET in forme primarie sul mercato europeo, in euro per tonnellata, distinti in base all'indice di viscosità.

PET: prezzi in euro per tonnellata

Come si può osservare dal grafico, i due prodotti sono caratterizzati da prezzi fortemente correlati, con livelli medi di lungo periodo che differiscono di soli 9 euro per tonnellata. Nel corso del 2021-2022 le quotazioni del PET hanno subito una forte crescita, arrivando a toccare il massimo storico nel corso dell'estate 2022. Da quel momento in poi, con l'inizio del rallentamento del ciclo economico mondiale, i prezzi sono iniziati a diminuire fino ad arrivare a livelli più contenuti maggiormente allineati alle quotazioni pre-pandemia (per un approfondimento si veda Prezzi vischiosi ed elastici: il caso delle termoplastiche).

Quale misura per il prezzo del PET riciclato?

Data la necessità crescente di ridurre l'impatto ambientale del ciclo di vita dei prodotti, il PET riciclato (rPET), sta ricevendo sempre più attenzione da parte degli utilizzatori, tanto che il suo impiego è spesso indicato su bottigliette e prodotti a base di rPET, segnalando al consumatore finale l'attenzione posta dall'azienda utilizzatrice alla sostenibilità ambientale.
I processi tecnologici attuali, inoltre, rendono le differenze qualitative tra rPET e PET vergine poco significative, incentivando l'utilizzo del primo.
Date le differenze relativamente trascurabili, a livello di classificazione doganale, il rPET e il PET vergine per la produzione di bottiglie di plastica sono contenuti nel medesimo codice.
Al fine di avere delle utili indicazioni sulla dinamica dei prezzi del rPET è possibile utilizzare due tipi di misure:

  • i prezzi degli scarti di lavorazione del PET e di altre materie plastiche marginali[3], come proxy del costo di produzione del rPET;
  • una scomposizione del prezzo doganale del PET, tra prezzo vergine e riciclato, basata su media storica della distanza tra i due prezzi.

Prezzo degli scarti di lavorazione del PET

Nel grafico che segue sono illustrati i prezzi degli scarti di lavorazione del PET messi a confronto con il rPET rilevato dalla Camera di Commercio di Milano (CCIAAMI), espressi in indice (base 2022-01 = 100).

Confronto prezzi scarti di lavorazione e rPET, in euro per tonnellata

Nonostante il prezzo medio di lungo periodo degli scarti di lavorazione del PET risulti inferiore a quello del rPET di fonte CCIAAMI di circa 500 euro per tonnellata, si può notare come i due prodotti abbiano una dinamica particolarmente simile e siano fortemente correlati.

Distinzione del prezzo doganale tra vergine e riciclato

Nel grafico seguente viene illustrato invece il confronto tra i prezzi del PET vergine e riciclato elaborati a partire dal PET doganale. Entrambi sono espressi in euro per tonnellata.

rPET e PET vergine: prezzi in euro per tonnellata

Nel grafico si può osservare la dinamica del differenziale tra i due prodotti nel corso degli ultimi anni. Fino al 2019 il differenziale medio tra i due prodotti è risultato pari a circa 450 euro per tonnellata e dal 2020 in poi si è ridotto al di sotto dei 300 euro per tonnellata, segnalando un aumento dell'interesse per il rPET.

Conclusione

Il dibattito sulle tematiche del cambiamento climatico sta portando ad una maggiore consapevolezza del ciclo di vita dei prodotti e ad una maggiore attenzione al riciclo e a pratiche più sostenibili dal punto di vista ambientale.
Nel caso del PET, ciò si è tradotto in una maggiore domanda per il prodotto riciclato a partire dal 2020. Questo trend è probabile che continui anche nei prossimi anni fino a ridurre ulteriormente il differenziale tra PET vergine e rPET.

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[1] I codici di nomenclatura combinata riferiti al PET sono CN390761.00 (alto indice di viscosità) e CN390769.00 (basso indice di viscosità).
[2] Le materie plastiche in forme primarie sono riferite a:
  • liquidi e paste, comprese le dispersioni (ossia le emulsioni e le sospensioni) e soluzioni;
  • blocchi o forma irregolare, pezzi, polveri (comprese le polveri da stampaggio), granuli, fiocchi e masse non coerenti simili.
[3] I codici degli scarti di lavorazione delle materie plastiche sono contenuti nel sottocapitolo 3915 e si distinguono in base al polimero di base (etilene, propilene, stirene ecc.).