Svolta nelle indagini relative ai danni subiti dal Balticconnector. La Bulgaria impone una tassa sul gas russo
Andamento settimanale delle commodity energetiche
Pubblicato da Raffaele Bruno. .
Energetici Analisi settimanale energeticiGas Naturale
Alla chiusura di venerdì 27 ottobre sul mercato del gas naturale si sono registrati i seguenti livelli di prezzo e la relativa variazione rispetto al venerdì precedente:
- TTF Olanda 50.5 €/MWh (-0.6 €/MWh)
- NBP Regno Unito 49.3 €/MWh (-0.1 €/MWh)
- HenryHub USA 10.2 €/MWh (+0.9 €/MWh)
- PSV Italia 45.3 €/MWh (+0.1 €/Mwh)
- JKM Asia 57.9 €/MWh (-1.4 €/MWh)
Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari
La scorsa settimana si è conclusa senza grosse turbolenze sui mercati. Il contratto TTF front-year ha chiuso la sessione di venerdì a 53.8 €/MWh, registrando un calo di circa 3 €/MWh rispetto alla chiusura della settimana precedente.
Per quanto riguarda i fondamentali, questa settimana le temperature al di sopra delle medie stagionali hanno ridotto la domanda di riscaldamento. Nello specifico, la domanda nella regione nord-occidentale europea è calata di 27 GWh/giorno.
Le esportazioni norvegesi in Europa sono state leggermente inferiori questa settimana, con una media di 2267 GWh/giorno, in calo di 140 GWh/giorno rispetto alla settimana precedente. La causa è attribuibile alla riduzione non programmata della capacità in due giacimenti del Mare del Nord, Gjøa e Vega.
Incidente Balticconnector
Svolta nelle indagini relative ai danni subiti dal Balticconnector, il collegamento via gas che lega Finlandia ed Estonia attraverso il Mar Baltico.
L'Estonia ritiene che i tre incidenti subiti dal gasdotto siano probabilmente collegati. Tale comunicato è emerso dopo che la Finlandia ha recentemente individuato una nave che ritiene abbia causato il guasto. Il National Bureau of Investigation, un ramo della polizia finlandese, ha infatti dichiarato di avere prove e dati che indicano la nave cargo Newnew Polar Bear, battente bandiera di Hong Kong, come la responsabile del danneggiamento del gasdotto che attraversa il Mar Baltico.
Tale teoria, anche se non ancora verificata, cancella i dubbi sulla probabile esplosione che aveva ipotizzato l’Istituto sismologico norvegese.
Si sta ora valutando se si è trattato di un incidente fortuito o se c'è stata un'azione intenzionale.
Il ministro degli esteri finlandese, Elina Valtonen, ha affermato che le autorità cinesi hanno assicurato piena collaborazione nelle indagini. Pechino è pronta a fornire assistenza alle autorità finlandesi nell'ambito definito dal diritto internazionale.
La Bulgaria impone una tassa sul gas russo
A metà ottobre la Bulgaria ha imposto una tassa di 9.65 €/MWh sul gas russo che transita nel Paese, con conseguenti ripercussioni sui flussi diretti verso la Serbia, l’Ungheria e l’Austria.
Stando a quanto emerge da fonti interne anonime, l'attuale governo bulgaro ha reagito, con questa misura, alle indiscrezioni secondo cui Mosca avrebbe tentato di influenzare le elezioni parlamentari dello scorso aprile.
In base agli attuali accordi di fornitura con la Serbia e l'Ungheria, questi pagano solo il prezzo del gas consegnato nei rispettivi confini, per cui Gazprom si fa carico dell'intero costo del transito in Bulgaria.
Gazprom inoltre ha diversi accordi di fornitura a lungo termine nella regione, il più importante dei quali con l'azienda statale ungherese MVM per 3.5 bcm/anno diretti in Serbia, e 1 bcm/anno in direzione Austria.
Secondo gli analisti le strade che potrebbe percorrere la Russia attualmente sono:
- continuare a transitare e non pagare la tassa, in quanto la Bulgaria non avrebbe la forza di interrompere i flussi in transito a causa delle pressioni dell’UE;
- ridirezionare il gas in Turchia attraverso il Turkstream;
- esportare il gas attraverso gasdotti alternativi, come l'Ucraina o la Polonia. Sta di fatto però che Gazprom non vuole finanziare l'Ucraina a causa del conflitto in corso.
Vuoi restare aggiornato sull'andamento dei mercati delle commodity?
Iscriviti gratuitamente alla newsletter PricePedia!
Petrolio
Venerdì 27 ottobre il Brent è stato quotato a 90.5 $ al barile, registrando un calo rispetto alla settimana precedente di -1.7 $. Anche il WTI, che ha chiuso a 85.5 $ al barile, ha segnato una diminuzione, pari -3.3 $ rispetto alla scorsa settimana. Infine, anche l'Oman/Dubai è sceso a 89.9 $ al barile.
Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio
Ennesima settimana tranquilla per il comparto Oil: gli indici petroliferi hanno oscillato in un range ristretto dopo i forti rialzi della prima metà di ottobre. Il Brent è stato quotato nelle prime ore della sessione odierna a 89.43 $ al barile, registrando un calo rispetto alla sessione precedente di -0.95 $. Simile la dinamica del WTI, che ha raggiunto ad inizio sessione quota 85.26 $ al barile, in linea rispetto alla chiusura dello scorso venerdì.
Il rischio maggiore per i prezzi del greggio dopo l'invasione di terra di Gaza rimane l'eventuale escalation verso altre potenze regionali. Il Medio Oriente fornisce circa un terzo del petrolio mondiale e l'Iran, che sostiene Hamas e altri gruppi militanti regionali, ha dichiarato nel fine settimana che l'incursione "potrebbe costringere tutti ad agire". Finora non sono state segnalate interruzioni nelle forniture di petrolio in Occidente.
L'intensificarsi dei combattimenti con Hezbollah in Libano, sostenuto dall'Iran, potrebbe aumentare l'inquietudine dei traders, mentre lo scenario peggiore per i mercati petroliferi è rappresentato da qualsiasi interruzione nello Stretto di Hormuz.
Carbone Termico
Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa
La società mineraria e di scambio merci multinazionale anglo-svizzera Glencore ha dichiarato di aver aumentato la produzione di carbone di 2 milioni di tonnellate - pari al 2.4% - nei primi tre trimestri del 2023, grazie alle condizioni climatiche favorevoli e a una maggiore produttività degli stabilimenti.
La produzione di carbone termico per l’export dai suoi impianti australiani è aumentata del 3%, raggiungendo 41 milioni di tonnellate, mentre la produzione dai siti in Colombia ha raggiunto 16.4 milioni di tonnellate, con un aumento del 9% rispetto al 2022.
La produzione di carbone termico sudafricano, invece, è cresciuta del 6%, raggiungendo i 10.4 milioni di tonnellate. La multinazionale ha però evidenziato che i blocchi ferroviari sulle rotte tra le miniere e il principale porto di esportazione di Richards Bay hanno continuato a limitare la produzione di quest'anno.
L'azienda nel complesso ha mantenuto la sua previsione di produzione per l'intero anno 2023 di circa 110 milioni di tonnellate.