Gli effetti delle politiche monetarie nel mercato delle commodity
Le attese dei mercati di una conclusione delle politiche monetarie restrittive possono risultare un sostegno ai prezzi delle materie prime
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Indicatori Congiunturali Settimana Finanziaria Materie Prime Nella riunione di mercoledì primo novembre, la Federal Reserve (FED) ha deciso, per la seconda volta consecutiva, di lasciare i tassi di interesse invariati nel range compreso tra il 5.25% e il 5.50%.
Il presidente Powell ha dichiarato che l'attuale tasso di inflazione è ancora troppo distante dall'obiettivo del 2% ed ha escluso fermamente la possibilità di un prossimo taglio dei tassi. La domanda che si sta ponendo il Federal Open Market Committee (FOMC) non riguarda quindi un possibile taglio dei tassi, ma al contrario un suo possibile aumento.
Le parole del presidente non sono però riuscite a convincere i mercati finanziari, i quali sono fiduciosi sulla conclusione della stretta monetaria. Le probabilità di un aumento dei tassi a dicembre 2023 sono scese al 22%, mentre sono salite a quasi il 70% le scommesse su un taglio dei tassi entro giugno 2024. Le motivazioni che spingono il mercato a dubitare delle parole del presidente risiedono negli interessi troppo elevati dei Treasury yields americani a lunga scadenza. Secondo il mercato, i rendimenti dei BTP statunitensi e l'inasprimento delle condizioni finanziarie dovrebbero essere sufficienti ad evitare un ulteriore aumento dei tassi interessi.
Una situazione simile a quella appena descritta si è verificata anche a seguito della riunione della Bank of England (Boe), che ha optato anch'essa per mantere i tassi di interesse invariati.
Il governatore Andrew Bailey ha affermato che è ancora troppo presto per parlare di un possibile taglio dei tassi, tuttavia il mercato ha già inziato a scontare tagli per il prossimo anno.
Come ha riconosciuto la stessa BoE, gran parte dell’impatto delle misure restrittive passate deve ancora colpire l’economia del Regno Unito, che attualmente potrebbe essere vicina ad una fase di recessione. Proprio per questo motivo, il mercato ha forti dubbi riguardo un ulteriore aumento dei tassi di interesse.
Infine, anche la Bank of Japan (BoJ) ha deciso di lasciare i tassi di interesse invariati , che attualmente hanno un tasso di riferimento negativo (-0.1%).
La BoJ ha dichiarato che continuerà la sua politica di acquisto dei titoli di stato locali, nonostante siano aumentate le previsioni sull'inflazione.
Le decisioni delle banche centrali, in linea con la decisione della BCE della scorsa settimana, hanno alimentato le aspettative sulla conclusione delle politiche monetarie restrittive.
Tutto ciò potrebbe sostenere il livello dei prezzi delle materie prime nei comparti dell'energia e dei metalli industriali. Le scelte delle banche centrali hanno contribuito, per ora, ad una fermata della discesa dei prezzi dei non ferrosi e ad un aumento dei metalli ferrosi.
ENERGIA
L'indice finanziario dei prodotti energetici ha registrato un calo settimanale, con una breve interruzione a seguito degli annunci delle banche centrali.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia
La Heatmap evidenzia un calo generale dei prezzi dei prodotti energici, che ha riguardato maggiormente i prezzi del PSV (-19.7%) e dell'energia elettrica italiana (-29.9%).
Non mancano tuttavia alcune eccezioni, la media mobile a tre giorni dei prezzi del Henry Hub e del butano hanno registrato rispettivamente delle variazioni settimanali del +10.8% e del +6.2%.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro
MATERIE PLASTICHE
L'indice finanziario delle materie plastiche cinesi è rimasto stabile per tutta la settimana ed ha svoltato leggermente verso l'alto nella giornata di venerdì.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche
Nella heatmap che segue si riportano i prezzi in euro delle materie plastiche contenute nell'indice.
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche in euro
Dalla heatmap non si rilevano delle significative variazioni di prezzo.
FERROSI
Questa settimana entrambi gli indici dei ferrosi hanno registrato un aumento dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi
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Dalla heatmap emerge l'aumento generale dei prezzi dei metalli ferrosi con aumenti prossimi a due cifre per i Coils Europa. L'unica eccezione è data dal prezzo del molibdeno che ha registrato un calo più che significativo (-14.6%).
HeatMap dei prezzi dei metalli ferrosi in euro
NON FERROSI
Questa settimana entrambi gli indici dei non ferrosi hanno registrato una lieve flessione nei primi giorni della settimana, per poi stabilizzarsi nelle giornate successive.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi
Dalla heatmap si rileva una sostanziale stabilità per tutti i prezzi, con l'esclusione del calo registrato dai prezzi del nichel (-4.4%) e dello stagno (-4.8%).
HeatMap dei prezzi dei metalli non ferrosi in euro
ALIMENTARI
Gli indici finanziari dei prodotti alimentari hanno registrato delle oscillazioni di segno opposto, che si sono compensate nel corso della settimana.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari
CEREALI
Dalla heatmap si rileva una diminuzione dei prezzi dell'avena (-6%).
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali
ALIMENTARI TROPICALI
Dalla heatmap si evince una stabilità dei prezzi dei beni alimentari tropicali, la variazione maggiore ha riguardato il calo del futures a 6 mesi sul caffè Robusta (-5%).
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali
OLI
Dalla heamap si rileva un calo dei prezzi dell'olio di semi di soia (-5.2%).