Crolla il prezzo del gas: la prima ondata di freddo della stagione invernale è stata superata dal sistema energetico europeo senza difficoltà
Il Brasile aderirà all’OPEC+ dal 2024. È alta l’incertezza sul ruolo che il Paese eserciterà nell’Organizzazione
Pubblicato da Raffaele Bruno. .
Energetici Analisi settimanale energeticiGas Naturale
Calano i prezzi del gas in Europa: i principali indicatori energetici hanno perso valore la scorsa settimana a causa di una generale debolezza dei fondamentali. Il TTF month-ahead ha chiuso la sessione di venerdì a 38.6 €/MWh, in forte calo rispetto ai livelli della settimana precedente (-4.9 €/MWh).
Di seguito vengono illustrate le quotazioni di venerdì 8 dicembre sul mercato del gas naturale e la relativa variazione rispetto al venerdì precedente:
- TTF Olanda 38.6 €/MWh (-4.9 €/MWh)
- NBP Regno Unito 38.7 €/MWh (-4.8 €/MWh)
- HenryHub USA 8.2 €/MWh (-0.6 €/MWh)
- PSV Italia 37.5 €/MWh (-4.1 €/Mwh)
- JKM Asia 50.6 €/MWh (-0.4 €/MWh)
Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari
La prima ondata di freddo della stagione invernale è stata superata senza riportare danni al sistema energetico europeo. A bilanciare il sistema, infatti, hanno contribuito la solida offerta di gas norvegese e i costanti arrivi di GNL, ulteriormente supportato dall’elevata quantità di gas presente negli stoccaggi, compreso quello aggiuntivo proveniente dall’Ucraina.
I mercati hanno beneficiato delle revisioni al rialzo delle previsioni di temperatura, abbassando le aspettative di consumo per la seconda metà del mese di dicembre e gennaio. Ulteriore fattore ribassista è stato l’andamento del JKM, il principale indicatore asiatico dei prezzi del gas naturale liquefatto, che è sceso a causa della debole domanda del Continente.
Nella prossima settimana è previsto un calo complessivo della domanda di gas di 640 GWh/giorno, a causa delle temperature in risalita fino a 3 gradi in più rispetto alla media stagionale. Di conseguenza, anche i prelievi dagli stoccaggi europei rallenteranno, con gli analisti che prevedono una capacità complessiva di 495 TWh, con un bilancio netto positivo di 30 TWh rispetto ai livelli dello stesso periodo registrati nel 2022.
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Petrolio
Il Brent ha chiuso in calo la sessione settimanale a 75.8 $ al barile. Simile la dinamica del WTI, che ha fatto registrare lo scorso venerdì quota 71.2 $ al barile, in discesa rispetto alle chiusure delle sessioni precedenti.
Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio
Nel corso delle ultime trattative dei membri dell'OPEC+ di inizio dicembre, dove si è concordato di effettuare ulteriori tagli volontari alla produzione di petrolio nel 2024, è stata presa una decisione che avrà un impatto decisivo nel contesto geopolitico mondiale: il Brasile diventerà membro dell'OPEC+ dal 2024.
Ad oggi il Paese è, in termini di produzione globale, davanti a paesi come Kuwait e Iran e alla pari con l'Iraq. Secondo l’Energy Information Administration (EIA) statunitense, il Brasile è il nono produttore mondiale con una produzione di 3.67 milioni di barili al giorno. Inoltre, nel 2024 sarà il secondo Paese in termini di crescita della produzione di petrolio, subito dopo gli Stati Uniti.
A smentire parzialmente la notizia ci ha pensato però il presidente Lula che, durante il vertice delle Nazioni Unite sul clima a Dubai (COP 28), ha affermato che il Brasile non entrerà mai a far parte del gruppo OPEC+ dei Paesi produttori di petrolio come membro a pieno titolo e cercherà invece di partecipare solo come osservatore. Secondo il Presidente è importante che il Brasile partecipi alle riunioni dell’OPEC+ per incentivare i paesi membri ad investire su tecnologie a basso impatto ambientale nei Paesi in via di sviluppo dell'Africa e dell'America Latina. La posizione del Brasile appare pertanto poco chiara e solo il tempo decreterà l’impatto che avrà il più grande produttore di petrolio dell'America Latina nell’Organizzazione.
Carbone Termico
Crescono i prezzi del carbone in Europa: l’API2 month-ahead ha chiuso la sessione di venerdì a 122.9 dollari/ton, in aumento rispetto alla settimana precedente dove si era registrata una chiusura di 120.4 dollari/ton.
Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa
Secondo fonti Reuters, l'India intende incrementare di 17 GW la capacità di produzione da centrali termoelettriche a carbone nei prossimi 18 mesi per prevenire le interruzioni dovute all'aumento record della domanda.
La decisione va in netto contrasto rispetto alle politiche climatiche intraprese dalle principali potenze mondiali. Durante la COP28 di Dubai sono infatti previste delle decise politiche di opposizione ai finanziamenti per le centrali a carbone, in primis da Francia e Stati Uniti.
L'India, che dipende dal carbone per il 73% della produzione di energia, negli ultimi 5 anni ha ampliato la propria capacità di produzione da questo combustibile con una media annua di 5 GW.
Per garantire il completamento dei progetti, che porteranno ad un incremento complessivo di 17 GW di capacità, New Delhi ha avviato una revisione di 38 impianti la cui costruzione è stata bloccata per anni, cercando di risolvere i problemi legati ai ritardi nell'acquisto di attrezzature e terreni.