Crollo dei prezzi del greggio in un contesto di generale preoccupazione sulla domanda. Stabile il gas
Andamento settimanale delle commodity energetiche
Pubblicato da Nicolò Genta. .
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Settimana di relativa calma per il mercato del gas con i prezzi che, nonostante alcuni momentanei impulsi rialzisti, hanno confermato l’andamento laterale. Il TTF front-month ha chiuso la sessione di venerdì a 29.3 €/MWh dopo che nei due giorni precedenti i prezzi si erano spinti momentaneamente al di sopra dei 30 €/MWh, con il massimo di mercoledì a 31.2 €/MWh.
Di seguito vengono illustrate le quotazioni di venerdì 2 febbraio sul mercato del gas naturale e la relativa variazione rispetto al venerdì precedente:
- TTF Olanda 29.3 €/MWh (+1.2 €/MWh)
- NBP Regno Unito 28.6 €/MWh (+0.9 €/MWh)
- HenryHub USA 6.5 €/MWh (-2.0 €/MWh)
- PSV Italia 30.2 €/MWh (+2.1 €/Mwh)
- JKM Asia 29.7 €/MWh (+0.5 €/MWh)
Grafico 1: Andamento prezzo del gas naturale TTF e confronto tra i mercati finanziari
Sul lato dei fondamentali vi è poco da segnalare: le elevate temperature in tutta Europa stanno frenando la domanda per il riscaldamento e anche l’elevata produzione da rinnovabili (eolico in primis) sta contribuendo a limitare ogni input rialzista sul breve periodo. Questa tendenza dovrebbe durare almeno per tutta la settimana prima di lasciare spazio ad un deciso calo delle temperature.
Il livello di riempimento degli stoccaggi è all’incirca al 71%, in linea con i massimi storici del 2020 e del 2023: con questo ritmo ci si aspetta un livello a fine stagione superiore al 50%. L’offerta via pipeline è in leggero calo a causa delle attività di manutenzione non programmate ai campi di estrazione norvegesi di Troll e Nyhama.
Lato GNL, occorre segnalare una lieve risalita del prezzo spot sul mercato asiatico che ora si attesta nell’intorno dei 10 $/MMBtu, rispetto ai 9.6 $/MMBtu della settimana precedente. Per le prossime settimane si prevede una domanda stabile, con il Capodanno lunare cinese a controbilanciare l’incremento dell’import indiano. L’interruzione di parte della capacità di liquefazione di Freeport, invece, non ha scaturito nessuna reazione degna di nota; l’impianto dovrebbe riprendere a piena capacità verso fine mese.
Nel frattempo, il rischio geopolitico continua ad essere un elemento di preoccupazione: nel fine settimana Regno Unito e USA hanno colpito obiettivi sensibili in Iraq e Siria e basi Houthi in Yemen.
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Petrolio
Nel corso dell’ultima settimana, i principali benchmark petroliferi sono crollati, subito dopo aver toccato i massimi di novembre. Il sell-off innescato dalla mancata rottura della resistenza in zona 84.0 $ al barile (Bbl) ha portato il Brent da un massimo di 84.8 $/Bbl alla chiusura settimanale a 77.3 $/Bbl. Simile l’andamento del WTI che, dopo aver toccato i 79.3 $/Bbl ha chiuso venerdì a 72.3 $/Bbl. L’apertura settimanale ha confermato la tendenza al ribasso.
Grafico 2: Andamento prezzo del petrolio
Pesano sul mercato i timori legati alla ristrettezza dell’offerta in mezzo alle tensioni geopolitiche. Gli investitori seguono da vicino anche la questione legata all’abbassamento dei tassi d’interesse, con la FED che si è mostrata molto cauta.
Secondo gli analisti di Reuters, l’India ha aumentato l’imposta sugli extraprofitti da greggio da 1700 rupie/ton a 3200 rupie/ton mantenendo a zero quella su diesel e cherosene. Questa tassa era stata introdotta a luglio 2022 in concomitanza con l’estensione dell’imposta sull’esportazione di benzina, diesel e cherosene per evitare che le compagnie private esportassero per aumentare i loro profitti.
Carbone Termico
Il contratto API2 front-month è sceso del 7.1% su base settimanale con la chiusura di venerdì a 98.4 $/ton. Le influenze ribassiste si sono palesate prevalentemente sul lato della domanda, grazie al meteo favorevole, mentre le scorte presso i terminali di importazione sono rimaste pressoché invariate, pari a 5.94 milioni di tonnellate all'inizio della scorsa settimana, in aumento dell'1% su base settimanale e dello 0.4% su base annua.
Grafico 3: Andamento prezzo del carbone termico Europa
Il consumo di carbon fossile nel settore energetico tedesco durante la scorsa settimana è stato inferiore del 69% rispetto allo stesso periodo di un anno fa, nonostante un modesto aumento del 2% su base settimanale.
Ciò avviene in un contesto di forte aumento delle esportazioni di carbone termico dall’Australia, dove condizioni meteorologiche più favorevoli hanno consentito un aumento della produzione di carbone.
La scorsa settimana, il prezzo del carbone termico FM FOB Newcastle da 6.000 kcal/kg NAR è sceso dell'8.1% su base settimanale, attestandosi venerdì a 116.8 $/ton. Le esportazioni dal porto di Newcastle sono diminuite del 13% su base mensile a gennaio, attestandosi a 12.8 milioni di tonnellate. Nonostante il calo su base mensile, i volumi sono aumentati comunque del 30% rispetto a gennaio dello scorso anno.
Nel complesso, il sostanziale aumento delle esportazioni di carbone australiano sta compensando il calo da altre principali nazioni esportatrici.