Impatto delle politiche di acquisto delle imprese utilizzatrici sui mercati delle commodity
Un'analisi degli eventi recenti e prospettive future
Pubblicato da Luigi Bidoia. .
Procurement Procurement IntelligenceEventi Straordinari nei Mercati delle Commodity
Gli avvenimenti nei mercati delle commodity degli ultimi quattro anni rappresentano un evento straordinario non solo per questo secolo, ma probabilmente anche per quelli precedenti. L'eccezionalità non risiede tanto negli aumenti di prezzo registrati nei mercati finanziari, la cui alta variabilità è una caratteristica intrinseca, quanto in ciò che è accaduto nei mercati fisici delle commodity. Non era mai successo che un numero così elevato di commodity sperimentasse aumenti di prezzo tanto significativi in un lasso di tempo così breve.
I grafici seguenti mostrano le serie storiche mensili di prezzo di quattro commodity particolarmente rilevanti in questo contesto: olio di colza, pannelli levigati OSB, tetraidrofurano e silicio metallico.
Prezzi doganali in euro di quattro commodity
Olio di colza | Pannelli levigati OSB |
Tetraidrofurano | Silicio metallico |
Anomalia dei Prezzi tra il 2021 e il 2022
In tutti e quattro i casi riportati, è evidente l'anomalia rappresentata dalla crescita dei prezzi nel biennio 2021-2022, seguita da una successiva caduta. Questi esempi sono solo una parte di un fenomeno più ampio. Le commodity che presentano un pattern simile, con una variabilità limitata nei primi 20 anni di questo secolo, una forte crescita nel biennio 2021-2022 seguita da una altrettanto forte riduzione, rappresentano oltre il 10% dei più di 500 prezzi analizzati da PricePedia.
L'evento alla base della crescita dei prezzi nel 2021-2022 è naturalmente la pandemia da COVID-19, che ha interrotto le catene produttive e distributive globali, causando una carenza di offerta a fronte di una domanda che, sostenuta da risorse pubbliche, ha complessivamente tenuto.
Transizione dalle Politiche "Just in Time" a "Just in Case"
Se la pandemia da COVID-19 può essere considerata un "cigno nero", con una probabilità limitata di ripetersi, non altrettanto eccezionale è stato il meccanismo che ha portato a un forte deficit di offerta mondiale su molti mercati di commodity. Questo meccanismo riguarda il rapido passaggio da politiche di acquisto "just in time" a politiche di acquisto "just in case"[1], che ha determinato un forte aumento della domanda di commodity a scopi precauzionali, a cui l'offerta non è stata in grado di rispondere con aumenti altrettanto significativi.
Misure Indirette dell'Accumulo di Scorte
Una misura indiretta di questo accumulo di scorte di commodity presso le imprese utilizzatrici può essere ricavata dalle statistiche sulla contabilità nazionale. Se consideriamo lo stock di scorte complessivamente detenuto dalle imprese dei 27 paesi dell'Unione Europea, sia a monte che a valle dei processi produttivi e distributivi, esso è aumentato in quantità mediamente dell'1.3% al trimestre tra il 2019 e il 2023. Nei quattro trimestri compresi tra il quarto del 2021 e il terzo del 2023, lo stock di scorte complessivo è aumentato a un tasso doppio, pari al 2.5% trimestrale.
Questo è il periodo in cui l'economia dell'UE stava consolidando la sua crescita a un ritmo dello 0.7% al trimestre, sostenuta dal continuo aumento dei consumi e delle esportazioni. In questa situazione, è ragionevole ipotizzare che l'accumulo di scorte a valle sia stato modesto, relegando l'aumento delle scorte registrato dalla contabilità nazionale alla crescita di scorte di materie prime e semilavorati detenute nei magazzini a monte.
I dati, almeno per l'Europa, confermano un forte aumento delle scorte di commodity da parte delle imprese utilizzatrici tra la fine del 2021 e la metà del 2022, proprio nella fase in cui molti prezzi delle commodity hanno raggiunto livelli prima impensabili. Se quindi la causa principale è stata la rottura delle filiere produttive e distributive causata dalla pandemia, il meccanismo che ha trasformato l'iniziale rischio di fornitura in una corsa a riempire i magazzini è stato un consolidato comportamento delle imprese utilizzatrici. Questi maggiori acquisti di commodity sono stati naturalmente favoriti dai bassi tassi di interesse, rimasti a livelli minimi fino a giugno 2022.
Stabilità dei Prezzi delle Commodity nel 2023
Dopo una forte diminuzione tra la seconda metà del 2022 e la prima parte del 2023, da molti mesi i prezzi fisici delle commodity stanno registrando una sostanziale stabilità, a fronte di una produzione industriale mondiale e una corrispondente domanda di commodity stazionaria o in calo.
Dalla fine di marzo 2024, le prospettive di una riduzione a breve dei tassi di interesse e di una nuova fase di crescita della produzione industriale mondiale, associate a scenari di possibili forti aumenti della domanda di materie prime legate alla transizione energetica, si sono riflesse in aumenti dei prezzi finanziari delle commodity, soprattutto dei metalli. Il rame quotato al London Metal Exchange, alla fine di maggio, ha superato i 10 mila dollari alla tonnellata.
Prospettive Future e Monitoraggio del Mercato
Lo scenario attualmente più probabile prevede un aumento contenuto dei prezzi fisici delle materie prime nei prossimi anni. Tuttavia, il timore che, in fase di ripresa della domanda di commodity e di bassi tassi di interesse, possano ripetersi aumenti simili a quelli del 2021-2022 è più che giustificato.
Il fattore che dovrebbe evitare il ripetersi di situazioni simili è la buona diversificazione dell'offerta che caratterizza i mercati delle commodity. Nel caso in cui questa diversificazione dovesse ridursi a causa dell'insorgere di vincoli al libero scambio nel commercio internazionale, aumenterebbe la probabilità di rivedere aumenti dei prezzi a due cifre per più mesi consecutivi.
Questo rischio suggerisce un monitoraggio costante e attento non solo dell'intensità della prossima ripresa industriale e dei suoi effetti sulla domanda mondiale di commodity, ma anche di tutti quegli eventi politici ed economici che potrebbero tradursi in una minore diversificazione dell'offerta sui mercati internazionali delle commodity.
Conclusione
In sintesi, gli ultimi anni hanno dimostrato quanto siano volatili e sensibili i mercati delle commodity agli eventi globali e alle dinamiche di offerta e domanda. La pandemia da COVID-19 ha innescato un processo che ha portato a variazioni eccezionali nei prezzi delle commodity, influenzato sia dalla rottura delle filiere produttive che dal cambiamento delle strategie di approvvigionamento delle imprese.
Sebbene il futuro prossimo preveda un aumento contenuto dei prezzi delle materie prime, il rischio di un nuovo shock dei prezzi non può essere completamente escluso. È fondamentale monitorare attentamente le tendenze di mercato, le politiche economiche e gli sviluppi geopolitici che potrebbero ridurre la diversificazione dell'offerta. Solo attraverso una vigilanza costante e una pronta adattabilità si potrà gestire efficacemente questa elevata incertezza.
[1] Per maggiori informazioni sul passaggio delle politiche di acquisto da "just in time" a "just in case", si veda Superciclo o just in case