La riforma del mercato elettrico europeo

La riforma non rivoluziona il mercato elettrico europeo, ma introduce molti strumenti che potrebbero cambiarlo significativamente

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Energia Elettrica Determinanti dei prezzi

Il 26 giugno sono stati pubblicati nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea il Regolamento 1747 e la Direttiva 1711, che rappresentano la formalizzazione giuridica della riforma del mercato elettrico decisa dal Parlamento e dal Consiglio, su proposta della Commissione (Consiglio Europeo e Consiglio dell'UE: Riforma del mercato dell'energia elettrica).

Il mercato elettrico UE prima della riforma

Il mercato elettrico europeo è stato disegnato nel corso dei primi decenni di questo secolo attraverso vari e successivi interventi normativi (direttive e regolamenti) del Parlamento e del Consiglio europeo, fino agli ultimi interventi del 2019, precedenti agli attuali. Gli obiettivi che si è sempre posta l'UE in termini di mercato elettrico sono i seguenti:

  • creazione di un mercato elettrico che, attraverso la competizione di molteplici operatori, determini un continuo aumento dell'efficienza nella produzione con conseguente riduzione dei prezzi;
  • sicurezza di approvvigionamento della domanda dei consumatori;
  • sostegno alla crescita degli investimenti in impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

La soluzione tecnica implementata nella UE è stata una accentuazione del mercato elettrico del giorno prima (day-ahead market), in cui gli operatori offrono e acquistano elettricità per ogni ora del giorno successivo, accettando un prezzo dato dall'ultima offerta di vendita accettata nel processo di asta (prezzo marginale).

Prezzo dell’energia elettrica determinato dall’offerta marginale meno efficiente

Prezzo dell’energia elettrica determinato dall’offerta marginale meno efficiente

La crisi del 2021-2022

Questa soluzione tecnica ha mostrato i suoi limiti nel corso del biennio 2021-2022, quando la crisi del gas europeo si è tradotta in un forte aumento del suo prezzo e, di conseguenza, dei costi di produzione delle centrali elettriche a gas. Nelle aste sul mercato elettrico del giorno prima, queste sono risultate sempre l'operatore meno efficiente, determinando un fortissimo aumento anche dei prezzi dell'energia elettrica[1].

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A fronte di un prezzo all'ingrosso dell'energia elettrica che nell'estate del 2022 ha superato in molti paesi europei i 700 euro per MWh, è nato un acceso dibattito all'interno del mondo degli economisti e degli specialisti dell'Unione su come riformare il mercato dell'energia elettrica con l'obiettivo di evitare l'effetto di contaminazione tra il mercato del gas e quello dell'energia elettrica. Le proposte potenzialmente più interessanti emerse dal dibattito sono state fondamentalmente quattro:

  • Divisione in due segmenti del mercato dell'energia, con un mercato distinto per l'energia elettrica da fonti rinnovabili e nucleare;
  • Sussidi alle centrali a gas per ridurre il costo dell'impianto meno efficiente;
  • Prelievo sui ricavi delle centrali diverse da quelle a gas e utilizzo dell'extra gettito per ridurre i costi a valle per famiglie e imprese;
  • Introduzione di un operatore pubblico Central Buyer con il compito di acquistare l'energia necessaria, stipulando contratti con i diversi fornitori, e rivenderla a un prezzo medio ai distributori;

Processo decisionale UE della Riforma del Mercato Elettrico

Processo decisionale UE della Riforma del Mercato Elettrico

 

La riforma del mercato

La riforma che l'UE ha avviato formalmente in questi giorni non rappresenta un cambiamento radicale del mercato elettrico UE. In pratica, si è deciso di non modificare drasticamente il processo di determinazione dei prezzi dell’elettricità, mantenendo le attuali metodologie di prezzo marginale. Si è puntato invece a ridurre la volatilità investendo maggiormente nelle energie rinnovabili e utilizzando strumenti contrattuali per mitigare gli effetti a breve termine di eventuali shock energetici, sfruttando i vantaggi di prezzo a lungo termine del mercato.

La riforma include diverse misure importanti che dovrebbero migliorare la resilienza, la sostenibilità e la trasparenza del mercato energetico europeo.
I punti principali della riforma che riguardano le imprese non energetiche sono:

  • introduzione di contratti a lungo termine per proteggere i consumatori dalle fluttuazioni dei prezzi. Tra questi svolgono un ruolo di primo piano:
    • i Power Purchase Agreements (PPAs), o accordi di compravendita di energia elettrica: questi contratti permettono a fornitori e consumatori di stabilire prezzi fissi per periodi prolungati, riducendo l'incertezza legata alle oscillazioni del mercato;
    • i contratti a termine: accordi finanziari stipulati tra due parti per l'acquisto o la vendita di un bene a un prezzo concordato oggi, ma con consegna e pagamento fissati a una data futura;
  • utilizzo di contratti per differenza (CfDs) per stabilizzare i ricavi dei produttori di energia rinnovabile, incentivando gli investimenti in nuove capacità rinnovabili;
  • introduzione della duplice contrattualizzazione, ossia la possibilità per le imprese utilizzatrici di stipulare due diversi contratti contemporaneamente. Uno di questi contratti può essere "dinamico"[2], in modo da soddisfare meglio le loro esigenze e sfruttare il potenziale delle energie rinnovabili;
  • implementazione di misure per facilitare l'autoconsumo e la condivisione dell'energia tra consumatori, inclusi incentivi per le comunità energetiche.

Tipologia di contratti introdotti dalla riforma

Tipologia di contratti introdotti dalla riforma

 

Conclusione

Non è facile valutare fin da subito quale potrà essere l'impatto di questa riforma sui prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica. I contratti a lungo termine e i contratti per differenza potranno sicuramente creare un legame tra i bassi costi variabili di produzione da fonti rinnovabili e i prezzi all'ingrosso dell'energia elettrica. Tutto dipenderà dal successo che avranno questi strumenti contrattuali. Un ruolo fondamentale sarà dato dal sistema di garanzie che gli Stati svilupperanno per proteggere gli operatori da eventuali default delle controparti.

Certamente la possibilità per un'impresa di stipulare due diversi contratti, anche con fornitori diversi, è uno strumento contrattuale che può rivelarsi molto utile. Le imprese potrebbero, infatti, coprire i loro fabbisogni standard e continuativi con un contratto a prezzo fisso o variabile, e coprire i consumi elevati temporanei con contratti dinamici. In questo caso, un ruolo fondamentale avranno i contatori intelligenti che permettono il monitoraggio e la registrazione dei consumi energetici in tempo reale. Questo è essenziale per gestire i contratti dinamici, dove i prezzi dell'energia possono variare durante la giornata. Più in generale, tutta l'innovazione tecnologica relativa a Smart grids and meters[3] avrà un ruolo fondamentale non solo nella duplice contrattualizzazione, ma anche nello sviluppo delle comunità energetiche e nel raggiungimento dell'obiettivo di una maggiore flessibilità non fossile.

Sulla carta, le potenzialità di questa riforma sono elevate. Più incerta è la sua implementazione effettiva.


[1] Per un'analisi degli effetti degli aumenti del prezzo del gas sul prezzo dell'energia elettrica, si veda: [2] I contratti dinamici sono accordi in cui il prezzo dell'energia cambia in tempo reale, riflettendo le variazioni del mercato dell'energia all'ingrosso. Questi prezzi possono variare di ora in ora, basandosi sulle condizioni di domanda e offerta del mercato.
[3] Si veda la scheda della Commissione Europea Smart grids and meters.