Rischio di mercato di una commodity

Una misura del rischio di mercato di una commodity non può che essere basata sulla conoscenza e l'analisi delle sue determinanti

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Management Gestione dei rischi di approvvigionamento

Nell'articolo Affrontare l'incertezza, preparandosi ai rischi di mercato relativi alle commodity è stato introdotto il concetto di rischio di mercato di una commodity come componente fondamentale dei rischi di approvvigionamento per un'impresa di trasformazione. Questo articolo presenta un'analisi delle determinanti di tale rischio, quale primo passo per sviluppare un sistema di misurazione efficace.

Fattori alla base del rischio di mercato di una commodity

I principali fattori che determinano il rischio di mercato di una commodity possono essere raggruppati nei seguenti punti:

  • accelerazioni inattese della domanda;
  • possibili crisi della logistica internazionale;
  • processo di divisione del commercio mondiale in regioni amiche;
  • aumento delle barriere tariffarie e non tariffarie;
  • effetti della speculazione finanziaria sui prezzi fisici;
  • crescita dell'incertezza sugli investimenti in capacità produttiva.
Fattori alla base del rischio di mercato di una commodity

 

L'analisi di questi fattori e la loro aggregazione consente di misurare il rischio di mercato che è possibile associare alle diverse commodity.

Accelerazioni inattese della domanda

In linea generale, in un mercato a concorrenza perfetta, le variazioni della domanda trovano una risposta adeguata in equivalenti variazioni dell'offerta attraverso variazioni dei prezzi relativamente contenute. Tramite la variazione dei prezzi, infatti, il mercato informa l'offerta di una diversa dinamica della domanda, portando l'offerta ad aggiustarsi fino a che il prezzo unico di mercato non ritorna al livello dei costi marginali. Le variazioni dei prezzi all'interno di un certo intervallo sono quindi fisiologiche e funzionali al mantenimento dell'equilibrio tra domanda e offerta.

Nei casi in cui la domanda registra degli aumenti molto sostenuti rispetto alla crescita registrata in passato, può accadere che l'offerta non riesca a realizzare aumenti altrettanto elevati, spingendo i prezzi a livelli così elevati da determinare un riequilibrio del mercato più attraverso una riduzione della domanda che non attraverso un aumento dell'offerta.
La crescita della domanda può accelerare in modo inatteso in due diverse situazioni:

  • quando avvengono modifiche strutturali dal lato della domanda, determinate da variazioni nelle preferenze dei consumatori e utilizzatori, da interventi normativi o da cambiamenti tecnologici. È questo il caso, ad esempio, della forte crescita che potrebbe caratterizzare nel prossimo futuro la domanda di rame, legata alla transizione energetica.
  • quando si modificano contemporaneamente le politiche di acquisto delle imprese utilizzatrici, come è accaduto nel ciclo 2021-2022[1].
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Possibili crisi della logistica internazionale

In questo secolo, l'aumento del commercio mondiale ha portato a un forte sviluppo del sistema dei trasporti e, più in generale, della logistica internazionale. Grazie a una crescente integrazione, questo sistema ha aumentato la sua efficienza, ma a scapito della sua flessibilità e della sua vulnerabilità a shock imprevisti. Questi limiti sono emersi in modo evidente durante la pandemia, quando i vari lockdown hanno ridotto le attività di molti dei principali porti, mandando in tilt l'intero sistema. Allo stesso modo, stanno emergendo ora a causa della riduzione dei transiti nel Canale di Panama e, soprattutto, nel Canale di Suez.

Processo di divisione del commercio mondiale in regioni amiche

Il processo di divisione del commercio mondiale in "regioni amiche" consiste nella tendenza crescente di paesi e blocchi economici a sviluppare e intensificare i rapporti commerciali con nazioni che condividono valori politici, economici e sociali simili, riducendo al contempo i rapporti con nazioni percepite come rivali o meno affidabili. Esso rappresenta una risposta strategica alle crescenti tensioni geopolitiche e alle preoccupazioni per la sicurezza nazionale e la stabilità economica. Sebbene questo possa portare a una maggiore sicurezza e prevedibilità per i paesi coinvolti, può anche ridurre i benefici della globalizzazione e aumentare i costi del commercio internazionale.
Questo processo aumenta il rischio commodity di mercato perché la chiusura di relazioni commerciali con un paese potrebbe tradursi in shock d'offerta nel caso in cui parte delle commodity provenissero dal paese "allontanato". È il caso, ad esempio, di quanto accaduto su molti mercati di commodity a seguito dell'interruzione degli scambi con la Russia, dopo la sua aggressione dell'Ucraina.

Aumento delle barriere tariffarie e non tariffarie

La guerra commerciale avviata da Trump nel 2018 contro la Cina è stata il momento di svolta in cui il commercio internazionale è passato da una fase di crescente globalizzazione a una di aumento delle protezioni dei mercati nazionali. In media, nel periodo 2010-2019, i vari paesi mondiali hanno introdotto poco più di 3000 azioni annue di limitazione del commercio mondiale. Nel triennio 2020-2022, il numero medio di interventi annui è raddoppiato, superando il livello di 6000.
In molti ambienti, sia accademici che politici, è stato messo in dubbio che la liberalizzazione dei mercati possa di per sé portare benefici a tutti i paesi del mondo. Di conseguenza, sono stati sempre più presi in considerazione provvedimenti in grado di proteggere un mercato dalla concorrenza estera. La maggior parte di questi provvedimenti, se da un lato proteggono un'industria locale, dall'altro possono modificare l'ambiente competitivo di un mercato e generare shock di aumenti di prezzo[2].

Effetti della speculazione finanziaria sui prezzi fisici

Le rilevazioni dei prezzi fisici di alcune commodity, effettuate da agenzie specializzate (Price Reporting Agencies, PRA), rappresentano il sottostante dei loro prezzi finanziari, quotati in diverse borse. In teoria, dovrebbe quindi essere il prezzo fisico a influenzare il prezzo finanziario. Tuttavia, nella pratica, non sono poche le commodity in cui il prezzo fisico risulta completamente determinato dal prezzo finanziario. I casi più eclatanti sono quelli del petrolio e del rame, ma il fenomeno è generalizzato (si veda l'articolo Relazione tra prezzi fisici e prezzi finanziari).

I prezzi finanziari sono più volatili rispetto ai prezzi fisici, a causa della speculazione e delle aspettative di mercato. Se, infatti, gli operatori su un mercato finanziario si attendono un evento futuro che possa influenzare significativamente il prezzo della commodity quotata su quel mercato, aumentano la loro domanda di future per scadenze successive all'evento atteso, determinando l'aumento del prezzo dei future. Questo aumento, attraverso operazioni di arbitraggio, tende a trasferirsi velocemente sul prezzo finanziario spot e, di conseguenza, sul prezzo fisico della commodity. Il risultato è che i prezzi fisici di una commodity quotata anche sui mercati finanziari registrano una volatilità molto maggiore di quella giustificabile dalle variazioni effettive di domanda, offerta e dei suoi costi.

Crescita dell'incertezza sugli investimenti in capacità produttiva

L'adeguamento dell'offerta di una commodity nel lungo periodo presuppone investimenti adeguati in capacità produttiva. In un libero mercato, questi si realizzano solo se le aspettative sugli investimenti sono in grado di remunerare il capitale investito a un tasso superiore al rendimento di attività a basso rischio, come i titoli di stato delle principali economie mondiali. Negli ultimi anni, il rendimento reale di questi ultimi è aumentato a causa del forte incremento del livello del debito pubblico a livello mondiale e delle politiche monetarie più restrittive per controllare l'inflazione. Allo stesso tempo, è aumentata l'incertezza sul rendimento delle attività industriali a causa dell'instabilità normativa, economica e geopolitica. Il risultato è una crescente prudenza nell'aumentare la capacità produttiva, anche nei casi in cui vi siano robuste aspettative di futuri aumenti della domanda.

Conclusioni

Il rischio di mercato di una commodity è il risultato di molteplici determinanti. Alcune, come le accelerazioni inattese della domanda, rappresentano situazioni anomale nei meccanismi di aggiustamento di un mercato a concorrenza perfetta. Altre, come la logistica internazionale, la segmentazione del commercio internazionale e le barriere agli scambi, sono relative ai problemi emersi dal processo di globalizzazione dell'economia mondiale. Infine, altri fattori fanno riferimento alla crescente importanza della finanza nell'economia moderna e alla necessità di un continuo riallineamento tra i mercati finanziari e quelli fisici.

Lo studio di questi fattori è un passo fondamentale per progettare e implementare un sistema in grado di misurare il rischio di mercato associato a ciascuna commodity.


[1] Per un'analisi più approfondita, si veda l'articolo Impatto delle politiche di acquisto delle imprese utilizzatrici sui mercati delle commodity.
[2] Per un'analisi più approfondita degli effetti delle politiche tariffarie sui prezzi, si veda l'articolo Tariffe e prezzi delle commodity.