Friendshoring e rischio di mercato dei materiali di acquisto

I rischi di mercato delle commodity riflettono anche il grado di integrazione delle aree del mondo

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Management Procurement Gestione dei rischi di approvvigionamento

Nell'articolo Rischio di mercato di una commodity è stata sviluppata un'analisi dei fattori che concorrono a determinare il rischio di mercato di una commodity. Questi fattori sono stati raggruppati in sei punti, tra i quali uno dei più significativi è senza dubbio il possibile processo di divisione del commercio mondiale in regioni amiche, tema centrale di questo articolo.

Dalla pace americana alla divisione del mondo in regioni amiche

Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti sono emersi come la superpotenza dominante, instaurando un ordine globale basato sui valori della democrazia liberale, del capitalismo, dell'apertura dei mercati e del ruolo crescente delle istituzioni internazionali, come le Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale, la Banca Mondiale e, in seguito, l'Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO). La caduta del muro di Berlino nel 1989 e la disgregazione dell'Unione Sovietica sembravano aver consolidato definitivamente questo assetto mondiale. Ne è seguita una forte crescita dell'economia globale, man mano che i vari paesi aderivano a questo ordine e si aprivano agli scambi internazionali e ai movimenti di capitale. L'entrata della Cina nel WTO nel dicembre 2001 può essere considerata il momento di massimo successo di questo modello.

Contrariamente alle aspettative e alle speranze di molti, nel corso di questo secolo il modello globale basato sull'economia e sui valori occidentali si è progressivamente indebolito. Questo ha portato Niall Ferguson, da una prospettiva neoliberista, a parlare di "the West and the Rest", e Janet Yellen, segretario del Tesoro degli Stati Uniti nell'amministrazione Biden, a sostenere la necessità di catene globali del valore basate sul "friendshoring".

I principali eventi che hanno segnato questo cambiamento nell'organizzazione mondiale sono:

  • la crisi finanziaria del 2008, nata negli Stati Uniti e propagatasi nelle economie più strettamente integrate, che ha minato la fiducia nel modello economico occidentale;
  • la guerra commerciale avviata da Trump nel 2018 per contrastare la crescente influenza economica della Cina;
  • l'aumento dei dazi doganali UE nel 2019 sulle importazioni di acciaio e alluminio dalla Cina;
  • la forte crescita economica della Cina e il suo elevato avanzo commerciale, soprattutto con gli Stati Uniti, che hanno rafforzato l'immagine di una Cina economicamente vincente;
  • la repentina ritirata delle truppe NATO dall'Afghanistan nel 2021, guidata dagli Stati Uniti;
  • l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia e la successiva divisione del mondo tra paesi sostenitori dell'Ucraina e paesi neutrali o allineati con la Russia;
  • l'Inflation Reduction Act (IRA) degli Stati Uniti del 2022, che introduce significativi incentivi alla produzione nazionale, penalizzando le importazioni di tecnologie da paesi considerati ostili;
  • il CHIPS and Science Act degli Stati Uniti e il Chips Act dell'UE del 2022 e 2023, mirati a rilanciare le rispettive industrie dei semiconduttori;
  • le risposte della Cina ai provvedimenti protezionistici introdotti tra il 2022 e il 2023 da USA e UE;
  • l'apertura di una procedura UE per l'introduzione di dazi compensativi sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina e le relative reazioni cinesi.

Numerosi eventi hanno contribuito a modificare il processo di globalizzazione dell'economia mondiale, e i loro effetti si stanno manifestando con crescente evidenza. In particolare, un recente studio di tre economisti del Fondo Monetario Internazionale sottolinea come gli investimenti esteri in settori strategici dei paesi più sviluppati si stiano orientando sempre più verso nazioni politicamente allineate.

Finora, questo processo non ha ancora prodotto cambiamenti significativi nella struttura del commercio internazionale[1]. Al momento, è quindi difficile prevedere l'evoluzione dei cambiamenti in corso.

Tuttavia, in un'ottica puramente esplorativa, potrebbe essere utile iniziare ad analizzare quali mercati delle commodity potrebbero essere maggiormente influenzati da una possibile divisione del mondo in due blocchi distinti, caratterizzati da un'integrazione interna più forte e una minore integrazione esterna tra i blocchi.

Gli effetti sui mercati delle commodity di una divisione del mondo in blocchi

La prima ipotesi necessaria per misurare i possibili effetti di una divisione del mondo in blocchi consiste nell'immaginare quali paesi potrebbero far parte di ciascuno dei due blocchi. A tal fine, abbiamo considerato due criteri distinti, che riteniamo plausibili, sebbene non inevitabili.

Il primo criterio si basa sulle diverse votazioni che si sono svolte in ambito ONU riguardanti le risoluzioni sull'Ucraina. Queste votazioni hanno evidenziato una chiara spaccatura tra i paesi, con un gruppo di nazioni che ha votato costantemente a favore delle risoluzioni e un altro gruppo che ha votato contro o si è astenuto[2].

Mappa del mondo sulla base delle votazioni all'ONU delle risoluzioni riguardanti l'Ucraina

Il secondo criterio si riferisce all'indice di "libertà economica" pubblicato dalla The Heritage Foundation, che misura il grado di adesione dei vari paesi ai valori conservatori americani basati sul libero mercato, il governo limitato e la libertà individuale. In questo caso, l'ipotesi sottostante è che i paesi con un indice pari o superiore a 60 (su una scala da 0 a 100) condividano questi valori e si considerino politicamente allineati.

Utilizzando questi due criteri, abbiamo suddiviso i paesi del mondo in due gruppi, che per semplicità definiamo come Ovest e Altro. Come previsto, i due criteri portano a risultati ampiamente sovrapponibili. Su 151 paesi analizzati, 63 risultano appartenere al gruppo Ovest secondo entrambi i criteri, mentre 60 sono classificati come Altro. Solo 28 paesi hanno una classificazione diversa a seconda del criterio utilizzato.

Abbiamo quindi calcolato, per ciascuna commodity analizzata in PricePedia, il saldo commerciale normalizzato[3] del gruppo Ovest. Nell'ipotesi di una divisione del mondo in due blocchi in cui gli scambi sono facilitati all'interno dei blocchi ma più difficili tra blocchi diversi, le commodity che potrebbero subire le maggiori tensioni di mercato nell'area Ovest sono quelle che presentano un saldo commerciale negativo e di valore assoluto più elevato. Per queste commodity, infatti, un mondo diviso in due potrebbe comportare una significativa carenza di offerta.

Una prima analisi dei risultati evidenzia nelle prime posizioni, per saldo commerciale dell'area Ovest fortemente negativo, le seguenti commodity:

  • Grafite naturale
  • Ossido di litio
  • Ossidi e idrossidi di vanadio
  • Manganese greggio
  • Acido sebacico
  • Acido stearico
  • Fosfato diammonico (DAP)
  • Ghisa greggia in pani
  • Fluorocarburi

In tutte queste commodity, ad eccezione dell'acido stearico e della ghisa greggia in pani, la Cina detiene una posizione di leadership mondiale.
Questa breve analisi dei risultati porta a una considerazione iniziale, forse ovvia, ma in questo caso supportata da dati concreti sugli scambi globali: gli effetti nei vari mercati delle commodity di un possibile processo di separazione del mondo in gruppi di paesi caratterizzati da una maggiore integrazione interna rispetto a quella esterna saranno significativamente diversi a seconda di quale sarà il blocco di appartenenza della Cina.

Conclusione

Non vi sono dubbi sul fatto che, negli ultimi anni, il modello economico globale basato sulla centralità dell'economia americana e sulla globalizzazione degli scambi sia stato messo in discussione da numerosi eventi. Prevedere l'andamento futuro è difficile. Gli esperti sono fortemente divisi tra chi considera questi anni una parentesi temporanea all'interno di un processo di sviluppo delle relazioni internazionali basato sul multilateralismo e chi, invece, ritiene più probabile una divisione del mondo in blocchi con una maggiore integrazione economica e politica all'interno dei singoli blocchi rispetto a quella tra blocchi diversi.

È evidente, tuttavia, che queste possibili evoluzioni dell'economia mondiale avranno significative ricadute sui mercati delle commodity, sui prezzi di acquisto e sulla disponibilità dei diversi materiali utilizzati nei processi industriali. Gli uffici acquisti dovranno quindi prepararsi a gestire uno scenario globale che sarà a lungo caratterizzato dall'incertezza e dalla complessità. Monitorare l’evoluzione della configurazione dell'economia mondiale in due o più blocchi sarà di fondamentale importanza per valutare il rischio di mercato associato ai materiali di acquisto.


[1] Per un approfondimento sulle dinamiche del commercio internazionale e sui segnali di una loro crescente regionalizzazione, si veda Regionalizzazione degli scambi mondiali: i trend in atto.
[2] Nel caso in cui un paese non abbia votato in modo coerente nel tempo, abbiamo considerato le votazioni più recenti.
[3] Il saldo commerciale normalizzato di un paese o di un'area composta da più paesi è calcolato come (Esportazioni - Importazioni) / (Esportazioni + Importazioni). Il saldo risulta negativo o positivo a seconda che le esportazioni del paese o dell'area siano inferiori o superiori rispetto alle importazioni, e il suo valore assoluto aumenta in proporzione al saldo rispetto al valore complessivo degli scambi con l'estero.