Un misura del rischio di approvvigionamento logistico

I possibili problemi nella logistica internazionale sono un fattore di rischio significativo della supply chain

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Strumenti Noli navali Procurement Gestione dei rischi di approvvigionamento

Negli ultimi anni, il trasporto marittimo ha affrontato numerosi problemi significativi, tra cui strozzature logistiche, scioperi del settore e diffuse chiusure portuali.

Una delle interruzioni più rilevanti ha riguardato una delle più grandi navi portacontainer del mondo, che ha bloccato il Canale di Suez per oltre una settimana, causando gravi disagi alla catena di approvvigionamento globale. Ancora più impattanti sono state le chiusure portuali legate alla pandemia di Covid-19, che hanno disarticolato i meccanismi alla base delle rotte marine internazionali. Lo scorso autunno, l'emergenza climatica ha colpito la logistica marittima internazionale, riducendo la capacità di transito del Canale di Panama a causa del basso livello delle acque nei bacini del canale. Più di recente, all'inizio del 2024, la navigazione nel Mar Rosso è diventata progressivamente più difficile a causa degli attacchi Houthi contro le navi in transito.

Tutti questi eventi possono essere letti attraverso la volatilità dei noli marittimi, da anni ormai elevata, come evidenziato dai grafici qui riportati, relativi al Baltic Dry Index (BDI) e al World Container Index.

Prezzi dei noli della navi per merci alla rinfusa e per container

Navi portarinfuseNavi portacontainer
Baltic Dry Index (BDI) World Container Index

La varietà e l'imprevedibilità di questi eventi rendono difficile prevedere quali saranno le future crisi e quando si verificheranno, ma il rischio di nuovi shock nella logistica mondiale rimane concreto e probabilmente elevato. In tale contesto, diventa cruciale identificare quali materie prime, e più nello specifico quali commodity di importanza strategica per l'UE, potrebbero essere maggiormente esposte alle future turbolenze sulle rotte di trasporto marittimo.

Una misura del rischio logistico nella supply chain

Una misura del rischio di approvvigionamento logistico per le commodity può essere ottenuta combinando il rischio specifico per paese di importazione con l'importanza che ciascun paese riveste nelle importazioni dell'UE per una data commodity.

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Una misura del rischio per paese

Il principale fattore di rischio logistico per le importazioni dell'UE può essere ragionevolmente considerato la distanza in miglia marine[1] che separa i porti di partenza delle merci destinate all'UE dai porti di Genova e Rotterdam, presi come rappresentativi dei principali porti comunitari. Le recenti vicende climatiche e geopolitiche suggeriscono di considerare anche fattori di rischio specifici per le rotte che attraversano il Canale di Panama, il Mar Rosso e il Canale di Suez.

Utilizzando questi criteri, abbiamo calcolato un rischio logistico per paese, attribuendo un valore prossimo a zero ai paesi le cui esportazioni verso l'UE difficilmente incontreranno ostacoli logistici, e un valore pari a 100 ai paesi la cui distanza dall'Europa, insieme ai pericoli lungo la rotta, suggerisce un rischio logistico più elevato.

Come evidenziato dalla mappa di seguito riportata, tra i paesi che risultano maggiormente rischiosi in termini di trasporto marittimo verso l'UE figurano, da un lato, i paesi dell'America Latina affacciati sul Pacifico, come Cile e Perù, e dall'altro i paesi asiatici più lontani dall'Europa in termini di miglia marine, come Corea del Sud, Cina e Giappone, oltre ai paesi del continente australiano, le cui rotte sono ulteriormente aggravate dal rischio legato al passaggio attraverso il Mar Rosso e il Canale di Suez.

RISCHIO LOGISTICO DELLE IMPORTAZIONI UE PER PAESE DI PROVENIENZA

 

Una misura per commodity

Il rischio logistico per le commodity è stato calcolato considerando la quota di importazioni dell'UE provenienti da diversi paesi, corretta in base al rischio logistico associato a ciascun paese di origine. Questa misura è espressa come uno score, che varia da 0 a 100, con valori crescenti al crescere del rischio.

Nella tabella seguente sono riportati i quantili della distribuzione dello score di rischio per le famiglie di commodity presenti in PricePedia. Le famiglie sono ordinate in base allo score della mediana, rappresentata dal quantile Q50.

Distribuzione del rischio logistico per famiglia di prodotto

Famiglie prodotti PricePediaQ10Q25Q50Q75Q90
Alimentari0.10.51.823.351.6
Legno e Carta0.10.62.05.916.8
Prodotti di base per costruzioni0.20.62.77.517.2
Commerciali4.56.17.525.229.9
Ferrosi0.62.99.622.633.0
Energetici0.71.610.323.734.4
Plastiche ed Elastomeri2.06.111.928.641.6
Non Ferrosi2.76.213.431.758.6
Chimica: Specialty1.04.013.727.834.7
Chimici Inorganici0.94.115.333.658.8
Preziosi8.08.915.521.822.3
Chimici Organici0.55.615.728.844.2
Componentistica elettrica9.716.933.643.957.9
Fibre Tessili2.013.640.074.692.1
Componentistica meccanica17.824.040.351.554.1
Componentistica elettronica22.932.945.562.170.1

 

In base al valore della mediana Q50, la famiglia di commodity con il rischio logistico più basso è quella degli Alimentari, mentre la famiglia con i rischi logistici più elevati è quella della Componentistica Elettronica.

Tra le famiglie meno rischiose, la conoscenza del quantile Q90 (che rappresenta lo score oltre il quale si colloca il 10% dei casi della distribuzione) ci consente di evidenziare come il 10% delle commodity alimentari abbia uno score particolarmente elevato, superiore a 51.6 (il valore del quantile Q90). Tra le commodity alimentari con score più alto figurano, ad esempio, l'Olio di palma (score 64.6) e il Caffè (score 61.3).

Considerando tutti i quantili, la famiglia con il rischio logistico più basso è quella del Legno e carta. Il valore Q90 indica che il 90% delle commodity di questa famiglia ha uno score molto basso, inferiore a 16.8.

Allo stesso modo, tra le famiglie più rischiose, la conoscenza del quantile Q10 ci consente di segnalare come, per la Componentistica Elettronica, il 90% dei beni considerati abbia uno score superiore a 22.9, segnalando che questa famiglia è composta da beni che presentano tutti rischi logistici significativi.

Vale la pena notare che la famiglia con i casi di rischio logistico più elevati è quella delle Fibre tessili, con il 10% dei prodotti che superano uno score di 92.1. A questi livelli di rischio massimo si trovano, ad esempio, le lane merinos australiane e il cashmere cinese.

Rischi logistici elevati caratterizzano anche le famiglie dei Metalli non ferrosi e dei Beni della chimica inorganica. Per entrambe le famiglie, il 10% dei prodotti ha uno score superiore a 58. Nel primo caso, i metalli con il rischio logistico più elevato sono il magnesio, il manganese e il litio. Nel secondo caso, i prodotti chimici con il rischio più elevato sono l'ipoclorito di calcio, i tungstati e la grafite, sia naturale che artificiale.

Conclusione

Non vi sono dubbi sull'importanza di un efficiente funzionamento della logistica marittima globale per garantire l'approvvigionamento di materie prime e beni essenziali all'industria europea.

L'esperienza degli ultimi anni ha evidenziato la fragilità del sistema logistico mondiale, mettendo in risalto la sua vulnerabilità. Questo ha portato molte imprese manifatturiere a confrontarsi con i rischi legati alla Supply Chain.
In questo contesto, sono state sviluppate diverse metodologie con l'obiettivo di aumentare la resilienza delle imprese di fronte a tali rischi. Un elemento chiave in tutte queste metodologie è la disponibilità di strumenti che permettano di focalizzare l'analisi e le risorse sugli approvvigionamenti più esposti al rischio.

La metodologia sviluppata e descritta in questo articolo si propone di diventare un componente importante del sistema informativo a supporto della gestione dei rischi logistici all'interno della supply chain.


[1] Fonte: elaborazioni PricePedia su SEA-DISTANCES.ORG.