Materie prime critiche: il caso della grafite naturale
L'eccessiva dipendenza dalla Cina e prezzi elevati dei sostituti incidono sul rischio della commodity
Pubblicato da Pasquale Marzano. .
Grafite Naturale Grafite artificiale Strumenti e Metodologie
Nell'articolo Friendshoring e rischio di mercato dei materiali di acquisto è stato descritto come il rischio di mercato possa riflettere il grado di integrazione del commercio mondiale e un'eventuale divisione dei paesi in blocchi contrapposti (West and the Rest).
Tra i prodotti le cui forniture europee risulterebbero maggiormente a rischio in caso di una netta contrapposizione tra blocchi vi è la grafite naturale. Non a caso tale materia prima è stata inserita nella lista delle materie prime critiche sia dall'Unione Europea, che dagli Stati Uniti. Essa è infatti un prodotto molto versatile in ambito industriale grazie alle sue caratteristiche di elevata resistenza termica, alla corrosione e grazie alle sue proprietà lubrificanti. Gli utilizzi industriali nella UE sono così suddivisi:
- siderurgia, come materiale refrattario (32%) e altri (12%);
- batterie agli ioni di litio (25%);
- lubrificanti (13%);
- prodotti d'attrito (9%);
- altri usi (9%).
Criticità e rischio di mercato della grafite naturale
La criticità della grafite naturale per la UE risiede nella sua dipendenza significativa dalle importazioni provenienti da partner extra-UE considerati politicamente distanti. Una misura di tale criticità è data dallo score relativo alla struttura del commercio internazionale, elaborata da PricePedia nell'ambito del progetto sulla gestione dei rischi di mercato dei materiali di acquisto[1].
Lo scatter ball che segue riporta i principali paesi importatori ed esportatori netti, differenziati in base al loro livello di vicinanza con l'area occidentale del mondo.
Il grafico è interattivo: al posizionamento del mouse su un paese, appare una tabella con le informazioni ad esso relativeSull'asse delle ascisse è riportata la quota del commercio mondiale[2], mentre sull'asse delle ordinate è riportato l'indice di vicinanza del paese all'area occidentale del mondo. La dimensione dei cerchi varia unicamente per i paesi esportatori (colorati in rosa) e indica l'importanza del paese come esportatore nell'UE. Nello scatter plot è inoltre tracciata una linea orizzontale corrispondente al valore 60 dell'indice di vicinanza all'area occidentale.
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Lo score complessivo del rischio di frammentazione del commercio mondiale per la grafite naturale risulta elevato e pari a 74.5. Dal grafico emerge come i principali fornitori della UE siano in maggioranza paesi politicamente distanti. La Cina è il principale fornitore mondiale con una quota di oltre il 66%. Per la UE, oltre alla Cina, assumono particolare importanza Brasile, Mozambico e Madagascar, che hanno una quota di mercato UE maggiore rispetto alla loro corrispondente quota di export mondiale.
Il ruolo dei sostituti della grafite naturale
La grafite naturale è un prodotto particolarmente disomogeneo e pertanto la sua sostituibilità è variabile in funzione degli utilizzi e delle caratteristiche ricercate. Uno dei principali sostituti è la grafite artificiale, che può essere prodotta a partire da coke di petrolio, dalla pece di catrame di carbone o da altri precursori contenenti carbonio.
Di seguito si riporta lo scatter ball relativo ai principali paesi importatori ed esportatori netti, di grafite artificiale, così come già illustrato per la grafite naturale.
Il grafico è interattivo: al posizionamento del mouse su un paese, appare una tabella con le informazioni ad esso relativeRispetto alla grafite naturale, la grafite artificiale presenta uno score complessivo del rischio di frammentazione del commercio mondiale inferiore e pari a 49.2. Tuttavia, anche in questo caso la Cina risulta il principale fornitore mondiale ed europeo, con una quota rispettivamente pari all'81% e al 78%. Rispetto al caso della grafite naturale, emergono però dei partner commerciali che sono più vicini politicamente al blocco occidentale (Francia, Giappone, Svizzera, Norvegia ecc.).
Confronto tra i prezzi
Nel grafico che segue è riportato il confronto tra i livelli medi di prezzo di fonte doganale della grafite artificiale e della grafite naturale, espressi in euro per tonnellata. È, inoltre, raffigurato anche il grado di dispersione dei prezzi sul mercato europeo.
Grafite naturale e artificiale: confronto livelli e dispersione in Europa, €/Ton
Grafite artificiale e grafite naturale presentano livelli di prezzo diversi tra loro, con la prima che risulta più costosa della seconda in tutto l'arco temporale illustrato.
Se si considera la dispersione dei prezzi, si può notare come il primo quartile della distribuzione della grafite artificiale (che separa il 25% dei prezzi più bassi della grafite artificiale sul mercato UE) risulti superiore ai livelli del terzo quartile dei prezzi della grafite naturale (che separa il 25% dei prezzi più alti della grafite naturale sul mercato UE): in altre parole, la grafite artificiale più economica presenta quotazioni comunque più elevati della grafite naturale più costosa, segnalando livelli di prezzi tra i due materiali strutturalmente e significativamente diversi.
Sul mercato europeo, inoltre, la dispersione dei prezzi della grafite artificiale è maggiore rispetto a quella del prodotto sostituto e risulta in aumento a partire dal 2019.
Conclusioni
Sebbene la grafite naturale sia sostituibile in determinate applicazioni, come le batterie agli ioni di litio, con la grafite artificiale, i benefici di tale sostituzione risulterebbero contenuti a causa della elevata dipendenza UE dalla Cina per entrambi i materiali e dai prezzi più elevati della grafite artificiale rispetto a quella naturale.
1. Un'applicazione di tale metodologia è stata illustrata nell'articolo Acido stearico: analisi dei rischi di mercato.
2. In questa analisi, ci si è focalizzati sulle esportazioni e importazioni nette per ottenere una visione più chiara del ruolo di un paese nel mercato. Le esportazioni di un paese possono infatti includere beni che sono stati precedentemente importati e poi riesportati, il che può distorcere la reale dimensione del suo contributo. Considerando solo le esportazioni e importazioni nette, è possibile escludere l'effetto di beni importati e riesportati, fornendo così una valutazione più precisa della partecipazione effettiva di ciascun paese nel mercato.