Commodity: l'offerta incerta prevale sulla domanda debole
Gli indici di prezzo PricePedia si stanno riallineando verso l'aumento
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Indicatori Congiunturali Settimana Finanziaria Materie Prime Nell'articolo della scorsa settimana: "In attesa di Trump" si era segnalato l'aumento dei prezzi del petrolio, innescato dall'annuncio del Dipartimento del Tesoro americano di nuove sanzioni contro l’industria petrolifera russa.
Le nuove misure restrittive comprendono sanzioni contro:
- le principali compagnie petrolifere russe, tra cui Gazprom Neft e Surgutneftegas, già oggetto di sanzioni da parte del Regno Unito;
- oltre 180 navi, principalmente petroliere appartenenti alla flotta ombra russa;
- i commercianti coinvolti nel facilitare il commercio di petrolio russo;
- le compagnie assicurative di Ingosstrakh e Alfastrakhovanie Group, accusate di supportare le operazioni economiche legate all'industria energetica russa finanziando la guerra in Ucraina;
- i fornitori di servizi petroliferi e i funzionari energetici russi.
Il Tesoro degli Stati Uniti ha inoltre imposto un divieto alle società di servizi petroliferi statunitensi, proibendo loro di operare in Russia a partire dal 27 febbraio 2025. L'insieme di queste sanzioni potrebbe avere un impatto significativo sull'offerta di petrolio, già ridotta a causa dei tagli alla produzione decisi dall'OPEC+. Tuttavia, risulta difficile stimare con precisione l'effetto di queste sanzioni sull'offerta di petrolio, considerando l'attività della flotta ombra russa.
Gli analisti ritengono che la Russia riuscirà comunque ad adattarsi e a reindirizzare i flussi commerciali verso l'Occidente, minimizzando così l'effetto delle nuove restrizioni. Secondo una stima di S&P Global, la Russia dispone di una flotta di circa 600 petroliere battenti bandiera di diversi paesi, che adottano pratiche opache per celare l'origine dei carichi.
Anche se una parte di queste sono già state identificate, la Russia cercherà di incrementare i carichi su quelle che rimangono ancora da individuare. Di conseguenza, l’effettivo calo nelle esportazioni di petrolio russo rimarrà altamente incerto.
Sintesi settimanale dei prezzi finanziari delle commodity
L'incertezza sull'offerta futura di petrolio ha avuto un impatto sui prezzi finanziari, che questa settimana hanno mostrato un'alta volatilità con continue oscillazioni. Se da un lato i prezzi sono pressati dalla debolezza della domanda, dall'altro sono sostenuti dai timori legati a potenziali rischi dal lato dell'offerta.
Un altro prezzo che è stato caratterizzato da un'elevata volatilità è quello del gas naturale, anch'esso influenzato dalle sanzioni degli Stati Uniti nei confronti della Russia. In particolare, sono emerse preoccupazioni riguardo alle possibili misure contro i progetti russi di GNL a Portovaya e Vysotsk.
Nei mercati europei, la preoccupazione è ulteriormente aumentata a seguito dell'attacco dell’Ucraina al gasdotto TurkStream, l’unico ancora operativo per il trasporto di gas russo in Europa, dopo l'interruzione dei flussi attraverso l'Ucraina. Questa notizia ha provocato un forte rialzo dei prezzi del TTF Olanda nella giornata di lunedì, che sono successivamente tornati a calare grazie alla conferma della continuità della produzione del gasdotto.
Negli Stati Uniti, invece, i prezzi del gas naturale hanno mostrato una dinamica diversa, con rialzi significativi soprattutto nel fine settimana. Questi aumenti sono stati alimentati dalla preoccupazione per un forte calo settimanale delle scorte di gas e dalle previsioni meteorologiche che indicano un clima più rigido del previsto.
Il mercato dei metalli ferrosi, in particolare quello cinese, ha registrato una ripresa dei prezzi, trainata dai dati positivi sulla bilancia commerciale cinese e dalle dichiarazioni di Pechino volte a promuovere un ulteriore incremento dei consumi interni.
Tra i metalli ferrosi che hanno evidenziato i maggiori rialzi spiccano i minerali di ferro, grazie all’aumento delle importazioni da parte della Cina. Tale aumento è dipeso soprattutto dal recente calo dei prezzi, combinato ad una domanda resiliente per sostenere le elevate esportazioni di acciaio.
I prezzi dei metalli non ferrosi hanno registrato anch’essi degli aumenti, alimentati dalla notizia secondo cui l’amministrazione Trump potrebbe optare per un approccio più graduale nell’aumento delle tariffe commerciali, anziché introdurre i dazi in un’unica soluzione. Questo sviluppo ha contribuito a sostenere la crescita dei prezzi del rame, già spinta dall’incremento delle importazioni cinesi registrato a dicembre.
Un altro metallo non ferroso che ha subito dei rialzi significativi nel corso di questa settimana è l’alluminio. La crescita dei prezzi è stata guidata sia dal calo delle scorte legato all’aumento della domanda cinese, che dalle crescenti preoccupazioni per le possibili sanzioni dell’Unione Europea sull’alluminio russo.
Inflazione USA
Questa settimana il Bureau of Labor Statistics ha pubblicato i dati sull’inflazione statunitense relativi al mese di dicembre, misurata attraverso il Consumer Price Index (CPI).
L’indice headline ha registrato una crescita mensile dello 0.4% m/m, in accelerazione rispetto allo 0.3% m/m del mese precedente. Su base annua, l’indice CPI è aumentato del 2.9% a/a, in linea con le previsioni degli analisti e in crescita rispetto al 2.7% registrato a novembre.
L’indice CPI core, ovvero l’indice al netto delle sue componenti più volatili (energia e alimentari) è cresciuto su base mensile dello 0.2% m/m, al di sotto delle aspettative dello 0.3% m/m. Su base annuale, la crescita dell’indice si è attestata al 3.2% a/a, leggermente inferiore alle aspettative del mercato, che stimavano un tasso di crescita del 3.3%, in linea con quello dei mesi precedenti.
Nel complesso i dati di dicembre sono risultati abbastanza positivi, soprattutto per la componente core che ha segnato il tasso di crescita mensile più basso degli ultimi 5 mesi.
In questo contesto ci si aspetta che la Federal Reserve mantenga i tassi di interesse invariati per un periodo prolungato, che durerà circa fino all’inizio di questa estate. Al momento, infatti, l’economia statunitense continua ad essere caratterizzata da una crescita robusta e, con l’insediamento dell’amministrazione Trump, non si può escludere un eventuale aumento dell’inflazione nel primo trimestre del 2025.
Verbali BCE
I verbali della riunione della BCE dell'11-12 dicembre confermano l'intenzione di perseguire un allentamento monetario per sostenere l'economia europea, che si trova attualmente in una fase di stagflazione.
La notizia più rilevante emersa dai verbali è che alcuni membri del consiglio direttivo hanno valutato un possibile taglio dei tassi di 50 punti base. Un altro punto importante emerso è l’aumento dell'ottimismo riguardo al controllo dell'inflazione, la quale è prevista rientrare nel target del 2% già nella prima metà del 2025.
Al netto di queste considerazioni è abbastanza scontato attendersi un prossimo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base per la prossima riunione del 30 gennaio. Attualmente, infatti, l'industria europea sta attraversando una fase di grave crisi, come evidenziato dai dati di novembre dell'indice di produzione industriale, che ha registrato una contrazione del -1,9% a/a. I dati mensili, sebbene abbiano mostrato una lieve ripresa dello 0,2% m/m, sono risultati inferiori alle aspettative degli analisti, che prevedevano un incremento dello 0,3% m/m. Ora l'attenzione è rivolta ai dati preliminari del Purchasing Managers' Index (PMI) della prossima settimana, che forniranno indicazioni più dettagliate sull'andamento del settore manifatturiero europeo.
ENERGIA
L'indice PricePedia dei prezzi dei prodotti energetici ha registrato una tendenza all'aumento. Influenzato però da numerose oscillazioni, causate dalle diverse news che si sono susseguite: attacco al gasdotto TurkStream, ipotesi di una possibile tregua in Medio Oriente, inflazione core USA inferiore alle aspettative, calo delle scorte di petrolio e gas naturale negli Stati Uniti, annuncio della tregua a Gaza.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia
La heatmap degli energetici di PricePedia si colora in arancione, segnalando una crescita generale della media mobile a 3 giorni dei prezzi dell'energia.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro
MATERIE PLASTICHE
A seguito di un forte rialzo nella giornata di lunedì, l'indice finanziario dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri inverte la dinamica dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche
La heatmap delle materie plastiche e degli elastomeri segnala un aumento dei prezzi delle gomme naturali e del PVC.
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri in euro
FERROSI
Il grafico che segue riporta la crescita dei prezzi finanziari dei metalli ferrosi nel mercato cinese e in quello euroepo.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi
Dall'analisi della heatmap si evidenzia l'aumento dei prezzi dei minerali di ferro Cina, dei tondini di acciaio e dei coils.
HeatMap dei prezzi dei ferrosi in euro
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NON FERROSI INDUSTRIALI
Gli indici finanziari dei metalli non ferrosi quotati al London Metal Exchange (LME) e allo Shanghai Futures Exchange (SHFE) proseguono entrambi il loro trend rialzista.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali
La heatmap dei non ferrosi segnala un aumento settimanale dei prezzi di alluminio, rame e nichel.
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro
ALIMENTARI
Tutti gli indici alimentari hanno registrato diverse oscillazione durante la settimana, chiudendo con una tendenza laterale per gli oli e i beni tropicali e una tendenza all'aumento per i cereali.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari
CEREALI
La heatmap dei cereali evidenzia un aumento dei prezzi di avena, mais e riso.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali
TROPICALI
Dalla heamap dei tropicali emerge una riduzione settimanale dei prezzi dello zucchero.
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali
OLI
La heatmap degli oli segnala un aumento dei prezzi dell'olio di semi di soia, a fronte di un calo di quello canola.