Impatto Trump sui prezzi delle commodity

Dopo l'insediamento Trump smorza i toni sulla guerra commerciale con la Cina

.

Indicatori Congiunturali Determinanti dei prezzi

La campagna elettorale di Donald Trump si era incentrata sull’aumento del protezionismo, proponendo l’introduzione di nuove tariffe doganali per proteggere l’economia statunitense dalla concorrenza internazionale. Le numerose minacce lanciate da Trump avevano alimentato l'incertezza nei mercati finanziari, per i timori che l'avvio di una guerra commerciale accentuasse ulteriormente le divisioni globali.
L'effetto previsto sui prezzi delle commodity era di un loro aumento sul mercato americano e di una loro riduzione nel resto del mondo.

Tuttavia, dal momento del suo insediamento alla Casa Bianca, le dichiarazioni del nuovo presidente sulle tariffe doganali si sono rilevate più moderate rispetto alle posizioni radicali espresse durante la campagna elettorale, dove aveva annunciato tariffe generalizzate per tutti i paesi.

Dall’inizio del nuovo mandato, le minacce protezionistiche più rilevanti hanno riguardato la possibile introduzione di dazi del 25% sulle importazioni da Canada e Messico e del 10% su quelle cinesi, con decorrenza prevista dal 1º febbraio, motivate dai flussi di fentanyl dalla Cina al Canada e Messico e da questi verso gli Stati Uniti. Ipotesi molto diverse da quelle annunciati durante la campagna elettorale, in cui Trump aveva ipotizzato tariffe fino al 60% verso la Cina.
Giovedì 23 gennaio, durante il forum di Davos, il presidente Trump ha espresso l’intenzione di voler ricostruire un rapporto equilibrato con Pechino, elogiando il presidente Xi Jinping. Questo cambiamento radicale di approccio è stato ufficialmente attribuito alla possibilità che la Cina svolga un ruolo determinante nel porre fine alla guerra in Ucraina, grazie ai suoi stretti legami con la Russia. Tuttavia, secondo gli analisti, le motivazioni reali sembrano risiedere nella maggiore forza commerciale acquisita dalla Cina rispetto al primo mandato di Trump. Inoltre, Pechino ha già sospeso le esportazioni di germano, gallio e antimonio verso gli Stati Uniti e, in caso di una guerra commerciale, potrebbe estendere il blocco ad altre materie prime strategiche.

Per quanto riguarda l’Europa, al momento non sono state annunciate tariffe da parte degli Stati Uniti, anche se Trump ha minacciato di introdurle qualora non si correggano gli attuali squilibri commerciali.
L'Unione Europea è pronta a negoziare per tutelare la sua partnership strategica con gli Stati Uniti, ma, come affermato dal commissario UE per l’economia Valdis Dombrovskis, risponderà in maniera proporzionata se necessario.

Il principale effetto della possibile guerra dei dazi di Trump è stato per ora un aumento dei prezzi dei metalli al COMEX del Chicago Mercantile Exchange (CME), soprattutto rame, dovuti alle speculazioni degli operatori sui possibili dazi statunitensi. Viceversa la dinamica dei prezzi al Londom Metal Exchange (LME) è risultata tendenzialmente in diminuzione.

Sintesi settimanale dei prezzi finanziari delle commodity

Le tariffe doganali meno severe, rispetto a quelle attese dai mercati finanziari, hanno mitigato l’impatto della nuova amministrazione sui prezzi dei metalli ferrosi, che sono rimasti relativamente stabili nel corso della settimana.
I metalli non ferrosi hanno registrato una contrazione dei prezzi attribuibile alle nuove politiche ambientali ed energetiche dell’amministrazione Trump, che ha ritirato gli Stati Uniti dall’Accordo di Parigi e ha annullato i sussidi per i veicoli elettrici. Tali scelte hanno ridotto le prospettive di domanda futura dei metalli non ferrosi legati alla transizione energetica, favorendone così la flessione dei prezzi.

La vera contrazione non si è però registrata nel settore dei non ferrosi, bensì in quello delle commodity energetiche, che sono state le più colpite dai nuovi ordini esecutivi del governo USA. Trump ha, infatti, dichiarato un’emergenza energetica nazionale per incentivare la produzione interna di petrolio e gas naturale, con l’obiettivo di ridurre i prezzi dell’energia.
Il presidente è inoltre intenzionato a chiedere ai membri dell’OPEC di aumentare l’offerta di petrolio, con l’obiettivo di ridurre i prezzi e intensificare la pressione sulla Russia, favorendo così una possibile risoluzione della guerra in Ucraina.

Queste dichiarazioni hanno favorito la discesa dei prezzi finanziari del petrolio e del gas naturale USA Henry Hub, benchè quest’ultimo si sia parzialmente ripreso nelle giornate successive.
Il prezzo del gas naturale europeo TTF (Olanda) ha registrato, invece, un forte rialzo a inizio settimana, causato dalla minore attività del terminal di esportazione di GNL di Freeport negli Stati Uniti e dall’annuncio della Germania di nuovi sussidi per le ricariche di stoccaggio estive. Attualmente, infatti, il clima rigido e la ridotta produzione di rinnovabili stanno esaurendo più rapidamente del previsto le scorte di gas in Europa, rendendo prioritario il riempimento degli stoccaggi prima della prossima stagione invernale.

PMI

Eurozona

La stima falsh di gennaio del Purchasing Management Index (PMI) composito della zona euro è tornata al di sopra della soglia dei 50 punti, considerata il confine tra crescita economica e contrazione.
L’indice PMI composito è stato stimato a 50.2, segnando un miglioramento rispetto al mese precedente (49.6) e superando le previsioni degli analisti (49.7).
La contrazione del PMI manifatturiero si è ridotta, registrando un incremento dell'indice da 45.1 a 46.1 e superando le attese di 45.6.
Il PMI dei servizi si è attestato a 51.4, in linea con le aspettative degli analisti. Seppure questo dato sia leggermente inferiore al valore precedente (51.6), conferma una solida crescita del settore.

I miglioramenti dei PMI europei sono attribuibili principalmente alla ripresa di Germania e Francia, i cui PMI compositi sono passati da 48 e 47.5 a 50.1 e 48.3. Il settore manifatturiero risulta ancora in forte contrazione per entrambe le economie, seppur si registrano dei miglioramenti rispetto ai dati precedenti. I PMI manifatturieri di Germania e Francia sono cresciuti rispettivamente a 44.1 e 45.3, contro i precedenti 42.5 e 41.9.
Nel settore dei servizi si registrano PMI superiori rispetto al mese di dicembre, passando da 51.2 e 49.3 a 52.5 e 48.9.

Queste nuove stime flash sono un segnale positivo per l’economia europea, grazie ai primi timidi segnali di uscita della crisi dell’industria, trainata dal settore dei servizi. Nonostante ciò, i livelli degli indici non sono ancora sufficienti per poter modificare le prospettive di crescita, che rimangono perlopiù stagnanti, con un ritmo di espansione previsto tra lo 0.1% e lo 0.2% trimestre su trimestre.

Stati Uniti

Il PMI composito degli Stati Uniti di gennaio è stimato a 52.2, coerente con una crescita economica, ma in calo rispetto al dato precedente di 55.4.
Nel settore manifatturiero si è registrato un miglioramento da 49.4 a 50.1, superando le aspettative di 49.8.
Il vero peggioramento si è verificato nel settore dei servizi, il cui PMI è stimato a 52.8. Sebbene questo valore indichi una crescita del settore (in quanto è superiore a 50), rappresenta un calo marcato rispetto sia alle aspettative che al dato precedente, entrambi pari a 56.8.

Aspettative di politica monetaria

Il presidente Donald Trump ha espressamente chiesto alla Federal Reserve di tagliare i tassi di interesse nella riunione del FOMC della prossima settimana. Nonostante ciò, gli analisti continuano ad attendersi dei tassi di interesse invariati per la riunione di gennaio. La FED è infatti un organo indipendente e non deve essere soggetta alle pressioni politiche del presidente.
Per quanto riguarda la riunione della BCE ci si aspetta con relativa certezza un prossimo taglio dei tassi di 25 punti base.

ENERGIA

L'indice PricePedia dei prezzi delle commodity ha registrato una forte correzione a seguito dell'emergenza energetica nazionale imposta da Trump.

Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia
Indici finanziari PricePedia dei prezzi dell'energia

La heatmap degli energetici di PricePedia evidenzia la caduta settimanale dei prezzi del Brent e del WTI, a fronte dell'aumento di quelli del TTF (Olanda)

HeatMap dei prezzi degli energetici in euro
HeatMap dei prezzi degli energetici

 

MATERIE PLASTICHE

L'indice delle materie plastiche e degli elastomeri PricePedia segue una fase di riduzione dei prezzi.

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

La heatmap delle materie plastiche e degli elastomeri segnala un calo dei prezzi cinesi del polietilene lineare a bassa intensità (LLDPE).

HeatMap dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri in euro
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri in euro

 

FERROSI

Gli indice dei metalli ferrosi registrano degli aumenti di prezzo molto lievi, che non ne alterano troppo il livello dei prezzi.

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

 

Vuoi restare aggiornato sull’andamento dei mercati delle commodity?
Iscriviti gratuitamente alla newsletter PricePedia!

NON FERROSI INDUSTRIALI

Al netto di qualche oscillazione, entrambi gli indici dei non ferrosi segnalano una lieve riduzione dei prezzi.

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

La heatmap dei non ferrosi rileva un calo, soprattutto, dei prezzi del nichel e del molibdeno.

HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi

 

ALIMENTARI

L'indice degli alimentari tropicali registra una crescita dei prezzi, mentre quello dei cereali e degli oli alimentari oscillano mantenendosi in media costanti.

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI

La heatmap dei cereali evidenzia un leggero aumento dei prezzi della farina di soia e dell'avena, a fronte di una lieve riduzione dei prezzi del riso.

HeatMap dei prezzi in euro dei cereali
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI

Dalla heamap dei tropicali emerge una forte crescita dei prezzi del cacao e del caffè.

HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI

La heatmap degli oli segnala una riduzione dei prezzi dell'olio di semi di soia e di quello di colza.

HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari