Incertezza alle stelle, dopo lo scontro nello studio ovale
Effetto Trump sui mercati delle commodity
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Indicatori Congiunturali Settimana Finanziaria Materie PrimeLo scontro tra la nuova amministrazione USA e l’Unione Europea si fa sempre più acceso, alimentando un clima di instabilità geopolitica ed economica. Dopo l’attacco di venerdì sera di Donald Trump e J.D. Vance al presidente ucraino Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale della Casa Bianca, appare evidente che non si tratta solo di una questione di dazi, ma di un riposizionamento strategico più ampio che potrebbe minare l’alleanza tra i paesi occidentali.
Prima dell'incontro di venerdì sera, i mercati finanziari sembravano scommettere sulla firma del contratto sulle terre rare tra Stati Uniti e Ucraina, visto come un punto di mediazione tra i due alleati e un primo possibile passo verso una tregua nel conflitto tra Russia e Ucraina. Quanto accaduto nello Studio Ovale della Casa Bianca rimette tutto in discussione. Anche se nei prossimi giorni è probabile un ridimensionamento dei toni, l’incertezza resta alta e il percorso diplomatico appare più tortuoso del previsto.
Le conseguenze per l’economia globale, i mercati finanziari e, di riflesso, il settore delle commodity restano difficili da prevedere. Al momento, le dichiarazioni roboanti non si sono tradotte in misure concrete, ma l’incertezza generata da questa escalation politica potrebbe avere effetti significativi sulla volatilità dei prezzi delle materie prime.
Sintesi settimanale dei prezzi finanziari delle commodity: i fatti prima di venerdì sera
Questa settimana si è osservato un calo generalizzato dei prezzi finanziari di tutte le principali asset class, incluse le commodity.
Nei mercati delle materie prime, i prezzi energetici sono stati i più volatili, con forti riduzioni nei primi giorni della settimana, seguiti da un rimbalzo a partire dalla giornata di giovedì.
La discesa dei prezzi del petrolio è attribuibile principalmente all'annuncio del ministero del petrolio iracheno riguardo alla ripresa delle esportazioni di greggio tramite l'oleodotto Kirkuk-Ceyhan, che collega l'Iraq alla Turchia.
La discesa dei prezzi è stata inoltre accentuata dal possibile accordo tra Ucraina e Stati Uniti per lo sfruttamento delle risorse naturali ucraine. L'accordo prevedeva la creazione di un fondo di investimento gestito congiuntamente dai due paesi, alimentato per metà dai proventi derivanti dallo sfruttamento delle risorse naturali ucraine, e destinato a finanziare progetti di ricostruzione e sviluppo. Sebbene il progetto non includesse garanzie di sicurezza esplicite per l'Ucraina, questo accordo sembrava rafforzare la partnership economica tra i due paesi, recentemente indebolita dalle dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Tuttavia, gli eventi di venerdì sera hanno rimesso tutto in discussione, lasciando incertezza sull'effettiva attuazione dell'accordo e sulle future dinamiche dei materie prime.
Altri fattori che avevano contribuito, prima di venerdì sera, alla discesa dei prezzi erano le migliori prospettive di un accordo di pace tra Russia e Ucraina, nonché le persistenti preoccupazioni commerciali e tariffarie, che hanno continuato a influenzare negativamente i prezzi del petrolio, alimentando i timori di un rallentamento dell’economia globale e di una possibile contrazione della domanda futura di commodity.
Dopo aver toccato un nuovo minimo dall'inizio dell'anno, nella giornata di giovedì i prezzi del petrolio sono tornati a crescere, sostenuti da un calo inatteso delle scorte di greggio negli Stati Uniti rilevato dall'EIA (Energy Information Administration), favorito dalle interruzioni nella produzione nel Dakota del Nord.
I prezzi del gas naturale hanno seguito anch’essi una dinamica analoga a quella del petrolio, ma con fluttuazioni ancora più intense. Le riduzioni dei prezzi di inizio settimana erano state alimentate dal
possibile accordo tra Stati Uniti e Ucraina e, soprattutto, dalle prospettive di un accordo di pace tra Russia e Ucraina. Tali aspettative avevano impattato principalmente sui prezzi del TTF, aumentando le attese di una possibile ripresa dei flussi di gas russo verso l’Europa.
Tuttavia, nella giornata di giovedì, anche i prezzi del gas naturale europeo si erano parzialmente ripresi, fino a risalire attorno ai 45 euro/Mwh. Al momento, infatti, l’Europa deve continuare ad affrontare le sfide legate al riempimento dello stoccaggio e i prezzi del gas europeo potrebbero mantenersi elevati finché persisterà l’attuale incertezza geopolitica. Con gli sviluppi di venerdì sera, il quadro potrebbe ora nuovamente cambiare.
Il mercato degli alimentari ha registrato anch’esso importanti riduzioni dei prezzi. Il calo più marcato ha riguardato il prezzo del caffè, che ha subito un forte abbassamento, dovuto sia al rimbalzo delle scorte, sia alle preoccupazioni sulla spesa dei consumatori, accentuate dalla discesa di 7 punti dell'indice di fiducia dei consumatori USA di febbraio, che si è attestato a 98.3, il livello più basso da aprile 2024.
Nel mercato dei metalli industriali si rileva una maggiore stabilità dei prezzi rispetto a quella riscontrata negli altri mercati precedentemente analizzati.
L’indice dei ferrosi europei è stato caratterizzato da spostamenti di prezzo per lo più laterali, mentre quello cinese ha subito una leggera flessione dei prezzi.
I metalli non ferrosi hanno registrato oscillazioni relativamente contenute, con chiusure leggermente inferiori rispetto a quelle del venerdì precedente. Tuttavia, alcune eccezioni si sono distinte per un incremento settimanale dei prezzi, come nel caso del cobalto, del nichel e delle leghe di alluminio. Tra essi, l'aumento più rilevante è stato quello del cobalto, dovuto al blocco delle esportazioni dalla Repubblica Democratica del Congo, una misura adottata per contrastare la tendenza ribassista del mercato. L'incertezza politica potrebbe ora influenzare anche questo comparto, soprattutto se le tensioni dovessero avere ripercussioni sulle catene di approvvigionamento.
Inflazione
Area euro
Nel mese di gennaio, l’inflazione dell’area euro registrata dal Consumer Price Index (CPI) è risultata coerente con le attese degli analisti.
Su base annuale l’indice CPI si è attestato al 2.5% a/a;
su base mensile, invece, si è registrata una riduzione del -0.3% m/m, rafforzando l'idea
di un rallentamento in atto dell'inflazione nell'area euro.
Alla luce di questi dati, gli operatori continuano ad aspettarsi un ulteriore taglio dei tassi di interesse di 25 punti base, per la riunione della Banca Centrale Europea (BCE) della prossima settimana.
Stati Uniti
I dati del Personal Consumption Expenditures (PCE) segnalano una crescita dell’inflazione statunitense del 2.5% a/a nel mese di gennaio. Il dato risulta coerente con le aspettative del mercato e in calo dello 0.1% rispetto al dato di dicembre.
L’indice PCE core, al netto di energia e alimentari, ha registrato delle variazioni del +2.6% su base annua e del +0.3% su base mensile.
APPENDICE NUMERICA
ENERGIA
L’indice PricePedia dei prodotti energetici evidenzia la caduta dei prezzi all'inizio della settimana, seguita da un rimbalzo significativo nella giornata di giovedì.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia

La heatmap degli energetici di PricePedia si tinge di verde, segnalando una riduzione complessiva delle medie mobili a 3 giorni dei prezzi dell'energia.
Tra i cali più significativi, spiccano la discesa dei prezzi del petrolio di Shanghai (SHFE) e del gas naturale europeo TTF (Olanda).
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro

MATERIE PLASTICHE
L'indice finanziario delle materie plastiche e degli elastomeri cinesi registra questa settimana una flessione dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

FERROSI
L'indice europeo dei metalli ferrosi rimane relativamente stabile, mentre quello cinese subisce una lieve oscillazione dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

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NON FERROSI INDUSTRIALI
Al netto di alcune oscillazioni, i due indici dei non ferrosi segnalano una lieve discesa dei prezzi, più accentuata nel mercato dello Shanghai Futures Exchange (SHFE).
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

La heatmap dei non ferrosi segnala un aumento settimanale delle medie mobili a 3 giorni dei prezzi di cobalto, nichel e leghe di alluminio, a fronte di una riduzione di quelli di stagno, zinco e alluminio.
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro

ALIMENTARI
Tutti e tre gli indici degli alimentari mostrano un marcato calo dei prezzi.
L'indice dei tropicali ha registrato la flessione più significativa all'inizio della settimana, ma è anche quello che ha visto la maggiore variazione positiva giornaliera. La lieve ripresa di mercoledì è legata alla dinamica dei prezzi del cacao, che hanno subito un'oscillazione positiva a causa del rallentamento delle esportazioni dalla Costa d'Avorio e della revisione al ribasso delle previsioni sul raccolto del Ghana, il secondo maggior produttore mondiale di cacao.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI
Dall'analisi della heatmap dei cereali emerge una riduzione dei prezzi particolrmente accentuata per frumento e mais, a fronte di un leggero aumento di quello dell'avena.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI
Dalla heatmap dei tropicali si evidenzia una riduzione generalizzata della media mobile settimanale di tutti i prezzi di questa famiglia.
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI
Dall'analisi della heatmap degli oli si evidenzia una riduzione dei prezzi dell'olio di semi di soia e dell'olio canola.
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
