Effetti dei dazi commerciali sui prezzi dell’alluminio
I mercati finanziari stanno già scontando l’entrata in vigore dei dazi USA sull’alluminio
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Alluminio Dazi USA Tariffe sulle importazioniNell’articolo: La guerra commerciale dell’acciaio: dal 2018 alla nuova fase del 2025 si sono analizzati i possibili effetti dell’introduzione dei dazi doganali USA sui prezzi dell’acciaio, ripercorrendo gli effetti che si sono manifestati durante la prima guerra commerciale del 2018 avviata dal presidente Donald Trump.
In questo articolo effettueremo un’analisi analoga sui prezzi dell’alluminio per anticipare le possibili conseguenze sui prezzi mondiali, derivanti dall’introduzione dei dazi statunitensi sull’alluminio.
Analisi dell’attuale guerra commerciale e dei possibili effetti sui prezzi dell’alluminio
Dazi sulle importazioni statunitensi di alluminio
Il 10 febbraio 2025, il presidente Donald Trump ha annunciato l’introduzione di dazi del 25% sulle importazioni di alluminio negli Stati Uniti, applicabili a tutti i paesi, con effetto a partire dal 12 marzo 2025.
Dal punto di vista teorico, tali dazi dovrebbero, a parità di altre condizioni (ceteris paribus), determinare un aumento dei prezzi dell’alluminio negli Stati Uniti e una riduzione dei prezzi sui mercati internazionali. Questo effetto si verifica perchè le restrizioni sulle importazioni riducono l’afflusso di alluminio nel mercato statunitense, limitandone l’offerta sul mercato USA e favorendone così il rialzo dei prezzi. Parallelamente, la riduzione delle esportazioni di alluminio verso il mercato statunitense incentiverà gli esportatori a reindirizzare i loro flussi verso gli altri mercati internazionali, aumentando l’offerta globale e generando una pressione al ribasso sui prezzi mondiali dell’alluminio.
L’UE blocca le importazioni di alluminio primario prodotto in Russia
Il 19 febbraio 2025, l'Unione Europea ha annunciato il sedicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, come parte delle misure punitive in risposta all'invasione dell'Ucraina.
La principale novità annunciata in questo pacchetto riguarda il divieto totale delle importazioni europee di alluminio primario russo. Fino ad ora, l’Europa non aveva ancora adottato questa misura punitiva nei confronti della Russia, per evitare come conseguenza l’aumento di prezzo sul mercato UE. Questa restrizione è stata infine introdotta dall’Unione Europea dopo essere riuscita a ridurre fortemente la propria dipendenza dalle importazioni di alluminio russo negli ultimi anni, anche grazie al recente calo della domanda interna.
Il grafico seguente illustra la serie storica delle importazioni dell'UE di alluminio dalla Russia .
Importazioni dell'UE di alluminio dalla Russia

Dall’analisi del grafico emerge un netto declino delle importazioni di alluminio russo da parte dell’UE nell’ultimo decennio. Nel 2015 l’Unione Europea importava oltre un milione e mezzo di tonnellate dalla Russia; nel 2022, anno dell’invasione russa in Ucraina, tali importazioni erano scese al di sotto di un milione di tonnellate, per poi arrivare a meno di mezzo milione nel 2024. Questa chiara tendenza a ridurre le forniture russe ha reso l’UE sempre più autonoma e indipendente. Di conseguenza, il nuovo divieto sulle importazioni di alluminio prodotto in Russia avrà un impatto minore sui prezzi interni, rispetto a quanto sarebbe accaduto in passato, quando l’Unione Europea era molto più dipendente dalle forniture russe.
Contromisure adottate dall’UE nella guerra commerciale del 2018
Durante il suo primo mandato, il presidente Donald Trump aveva già introdotto dei dazi del 25% e del 10% sulle importazioni statunitensi di acciaio e alluminio, appellandosi al National Emergency Act (Atto di Emergenza Nazionale). La finalità era quella di proteggere l’industria interna e ridurre la dipendenza degli Stati Uniti dalle forniture estere.
In risposta ai dazi introdotti dagli USA, l’Unione Europea aveva adottato misure di protezione sia sull’ acciaio[1] che sull’alluminio.
Nel caso dell’alluminio, l’UE aveva introdotto dei dazi aggiuntivi fino al 25% sulle importazioni dagli Stati Uniti di prodotti finiti o semilavorati in alluminio tramite il regolamento di esecuzione 2018/724.
Inoltre, l'UE aveva anche introdotto la vigilanza unionale preventiva sulle importazioni di alluminio, per garantire che l'industria europea fosse adeguatamente protetta da pratiche commerciali dannose, come l'eccesso di offerta derivante dalle esportazioni cinesi, che avevano destabilizzato il mercato interno europeo già a partire dagli anni 2000.
Tuttavia, a differenza delle misure adottate dagli Stati Uniti, l’Unione Europea aveva adottato nuovi dazi aggiuntivi solamente sui prodotti finiti e sui semilavorati di alluminio, ma non direttamente sull’alluminio greggio. Ciò ha comportato prezzo dell'alluminio greggio nella UE mediamente più bassi rispetto a quelli relativi al mercato USA.
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Effetti sui prezzi della precedente guerra commerciale
Per valutare i possibili effetti dei dazi introdotti dall’amministrazione Trump, può essere utile esaminare cos’è accaduto in passato a seguito della guerra commerciale del 2018.
La tabella che segue riporta la variazione dei prezzi dell’alluminio da marzo 2018 a dicembre 2024, per quattro diversi indici:
- prezzi alla produzione dell'alluminio secondario USA: scelti come proxy del prezzo alla produzione dell’alluminio primario nel mercato statunitense;
- prezzi alla produzione dell'alluminio UE: misura degli aumenti praticati sul mercato comunitario dei prezzi di vendita delle imprese europee produttrici di alluminio;
- prezzi doganali UE dell’alluminio greggio non legato: rappresentano le variazioni del prezzo dell’alluminio, rilevato negli scambi doganali dei paesi UE;
- prezzi FOB alle esportazioni cinesi di alluminio greggio non legato: rappresentano le variazioni dei prezzi dell’alluminio praticati dalle imprese cinesi sui mercati esteri.
Variazioni dei prezzi dell'alluminio in USA, UE e Cina
Periodo effettivo | Variazione del Periodo | |
---|---|---|
Prezzi alla produzione dell'alluminio secondario USA | 2018-03 - 2024-12 | +67.97% |
Prezzi alla produzione dell'alluminio UE | 2018-03 - 2024-12 | +34.47% |
Prezzi doganali UE dell'alluminio greggio non legato | 2018-03 - 2024-12 | +44.76% |
Prezzi FOB alle esportazioni cinesi di alluminio greggio non legato | 2018-03 - 2024-12 | +34.11% |
Dall’analisi della tabella emerge l’effetto che i dazi USA hanno avuto sui prezzi dell’alluminio primario. Il mercato statunitense registra, infatti, una crescita dei prezzi alla produzione pari a circa il doppio rispetto a quella registrata sul mercato europeo.
Si segnala, inoltre, il minor incremento dei prezzi delle esportazioni cinesi di alluminio greggio non legato che, da marzo 2018, sono aumentati solamente del 34%, oltre il 10% in meno rispetto alla crescita registrata in Europa ed oltre il 30% in meno rispetto all’aumento dei costi alla produzione sul mercato USA.
Effetti dei dazi 2025 sui prezzi finanziari
L'introduzione di tariffe doganali non incide solamente sui prezzi fisici dei singoli mercati regionali, ma ha anche un forte impatto sui prezzi dei mercati finanziari. A differenza dei prezzi fisici, però, questi ultimi tendono ad anticipare gli effetti futuri delle tariffe. In particolare, i prezzi finanziari dell’alluminio quotati al Chicago Mercantile Exchange (CME) stanno già incorporando il futuro aumento dei prezzi dovuto all’introduzione delle tariffe statunitensi sulle importazioni di alluminio, che entreranno in vigore, a meno di ripensamenti da parte dell'amministrazione Trump, a partire da mercoledì 12 marzo 2025.
Il grafico seguente presenta l'andamento storico dei prezzi finanziari dell'alluminio quotato al Chicago Mercantile Exchange (CME), confrontato con quelli degli altri due principali benchmark finanziari globali: il prezzo del London Metal Exchange (LME) e quello dello Shanghai Futures Exchange (SHFE).
Confronto tra i prezzi finanziari dell'alluminio, espressi in $/tonnellata

Venerdì 7 marzo il prezzo di chiusura dell’alluminio CME è stato pari a 2662 $/tonnellata,
in aumento del 4% rispetto al prezzo del venerdì precedente (2562 $/tonnellata).
Questa crescita settimanale è significativamente superiore rispetto a quella avvenuta sulle borse di Londra e Shanghai, che hanno registrato aumenti rispettivamente del 2% e del 1.8%.
Gli operatori finanziari stanno, quindi, acquistando maggiormente il prezzo dell’alluminio quotato a Chicago, scommettendo che a seguito dei dazi annunciati da parte del presidente Trump, potranno rivenderlo a un prezzo maggiorato e ottenere un profitto.
Conclusioni
L’introduzione dei nuovi dazi da parte dell’amministrazione Trump, a parità di altre condizioni, comporterà un aumento dei prezzi sul mercato degli Stati Uniti e una riduzione di quelli a livello internazionale. Questo effetto inizia già a emergere nei prezzi finanziari dell’alluminio quotati a Chicago, che hanno registrato un rialzo del 2% superiore rispetto a quelli delle borse di Londra e Shanghai.
Nel mercato degli Stati Uniti è probabile che le nuove tariffe determineranno degli aumenti di prezzo addirittura superiori rispetto a quelli passati, poiché il dazio del 25% sulle importazioni di alluminio è più che raddoppiato rispetto a quello imposto durante il primo mandato di Trump (10%).
In Europa, è plausibile che venga adottato un approccio simile a quello precedente adottato, con un incremento dei dazi solo sui prodotti finiti e semilavorati in alluminio. Al momento, risulta meno probabile un aumento delle tariffe sull’alluminio greggio, soprattutto considerando che, nell’ultimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, l’UE ha già vietato completamente le importazioni di alluminio primario russo.
[1] Per vedere nel dettaglio le tariffe sull’acciaio adottate dall’Unione Europea in risposta ai dazi USA, si rimanda all’articolo: Mai cosi bassi i prezzi dei prodotti siderurgici cinesi