Commodity sotto scacco dagli annnuci di Trump

Di fronte all'incertezza gli investitori trovano rifugio nell'oro

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Sintesi settimanale dei prezzi finanziari delle commodity

Nell’articolo della scorsa settimana: Shock nei mercati energetici per le tensioni tra Stati Uniti e Iran si era registrato un rialzo dei prezzi del petrolio a seguito dell’annuncio di Trump sulle sanzioni alla flotta ombra iraniana di petroliere cinesi e alla raffineria Shandong Shouguang Luqing Petrochemical Co., Ltd, per aver acquistato petrolio greggio iraniano.
Questa settimana è proseguita la dinamica rialzista dei prezzi del petrolio, accentuata dalle ulteriori minacce commerciali da parte degli Stati Uniti. Il presidente Donald Trump ha dichiarato l’introduzione di dazi del 25% su tutti i paesi che importano petrolio o gas dal Venezuela. Questa misura entrerà in vigore dal 2 aprile ed è finalizzata a sanzionare il Venezuela, accusato da Trump di aver inviato volutamente migliaia di criminali negli Stati Uniti. Questi nuovi dazi potrebbero generare un'escalation della guerra commerciale, soprattutto tra Stati Uniti e Cina, dato che quest'ultima viene indicata come il principale destinatario del petrolio venezuelano.
Parallelamente, sempre in settimana, l’amministrazione statunitense ha anche annunciato l’introduzione di dazi del 25% sulle importazioni di automobili, in vigore anch'essi a partire dal 2 aprile, intensificando ulteriormente le tensioni commerciali globali.

Nel mercato europeo del gas naturale TTF (Olanda), i prezzi hanno subito una flessione più marcata all'inizio della settimana, con una diminuzione rispettivamente del -3% e del -2% nelle giornate di lunedì e martedì. Questa contrazione è stata principalmente causata dall’aumento della produzione di energia solare ed eolica, che ha ridotto la domanda di gas naturale per la generazione di elettricità. Successivamente, i prezzi del TTF hanno registrato un parziale recupero.

Nel mercato dei metalli, i beni rifugio come oro e argento continuano a registrare nuovi rialzi, sostenuti dall’elevata incertezza legata alle tensioni commerciali e geopolitiche. Al contrario, tra i metalli industriali prevale una maggiore stabilità, ma con alcune eccezioni. Nel mercato dei ferrosi la variazione settimanale maggiore è stata quella del minerale di ferro cinese, che ha seguito un rialzo per via dell’aumento della domanda in Cina di acciaio.

Nel mercato dei non ferrosi, si è registrata una dinamica oscillante, con una riduzione dei prezzi più marcata sulla borsa di Londra (LME) rispetto a quella di Shanghai (SHFE). La flessione più pronunciata è stata quella nel mercato del cobalto, dove il recente aumento dei prezzi aveva portato alla sospensione delle contrattazioni sulla borsa finanziaria cinese Wuxi Stainless Steel Exchange.[1]
Un'altra discesa dei prezzi è stata registrata nel mercato dell'alluminio, a seguito dell'annuncio di Arrow Minerals riguardo alla stima iniziale delle risorse minerarie per il progetto della bauxite (minerale di alluminio) del Niagara, in Guinea. L'azienda ha stimato una risorsa mineraria iniziale di circa 185 milioni di tonnellate, con una media del 42.3% di ossido di alluminio e del 2.7% di biossido di silicio.
Un ulteriore prezzo che è opportuno monitorare è quello del rame CME, che all'inizio della settimana ha ampliato il suo spread rispetto alle quotazioni LME e SHFE, come effetto dei possibili dazi che l'amministrazione Trump potrebbe imporre anche alle importazioni di rame raffinato.

Nel mercato degli alimentari si segnala una contrazione settimanale dei prezzi dei cereali e dei tropicali, a fronte di un rialzo di quelli degli oli.

PMI

Le stime flash del Purchasing Managers' Index (PMI) di marzo hanno indicato una crescita economica sia per l'Europa che per gli Stati Uniti, con alcuni fattori in comune ma anche con molte differenze. In entrambi i lati dell'Atlantico la crescita è trainata dai servizi, mentre l'industria manifatturiera è meno in salute, soprattutto nell'area Euro. Mentre negli Stati Uniti la distanza tra servizi e industria si sta ampliando, in Europa essa si sta riducendo, sopratutto per un indebolimento dei servizi. Nell'area Euro, inoltre, la crescita complessiva è stata inferiore alle aspettative, mentre negli Stati Uniti ha superato le previsioni degli analisti.
Di seguito si riportano i risultati puntuali delle stime flash dei PMI di marzo per entrambe le economie.

Eurozona

In Europa, il PMI composito è salito da 50.2 a 50.4, ma è risultato inferiore alle previsioni degli analisti, che erano pari a 50.8.
La crescita più contenuta rispetto alle aspettative è principalmente attribuibile alla flessione del PMI dei servizi, che, anziché rimanere invariato come atteso a 51.2, è diminuito a 50.4.
L'aumento del PMI composito, rispetto al mese precedente, è attribuibile a un incremento del PMI manifatturiero, che è salito a 48.7 rispetto alle aspettative di 48.3 e al dato di febbraio di 47.6.
Questo dato, seppur migliore rispetto alla attese, conferma che l’industria manifatturiera europea rimane in difficoltà. Infatti, un indice PMI inferiore a 50 punti indica una contrazione economica per il settore. Viceversa, un indice superiore a 50 punti segnala una crescita economica.

Stati Uniti

Il PMI composito degli Stati Uniti nel mese di marzo è salito a 53.5, registrando un aumento rispetto ai 51.6 punti di febbraio. Questo incremento è stato interamente guidato dal miglioramento inatteso del PMI dei servizi, che è salito a 54.3, ben oltre le aspettative di 51.2 e in forte aumento rispetto al mese di febbraio (51 punti).
Al contrario, il PMI manifatturiero ha registrato una contrazione maggiore del previsto, scendendo a 49.8, al di sotto del dato di febbraio di 52.7 e delle previsioni di 51.9.
Nel complesso, i dati del PMI degli Stati Uniti confermano un’economia solida, specialmente nel settore dei servizi, ma evidenziano una lieve debolezza nel settore manifatturiero.

Inflazione USA

I dati dell'indice PCE core degli Stati Uniti, pubblicati nella giornata di venerdì 28 marzo, hanno evidenziato un aumento inatteso dell'inflazione. A febbraio, l'indice è salito dello 0.4% rispetto al mese precedente, superando sia la crescita di gennaio (0.3% m/m) che le previsioni degli analisti (0.3%).
Su base annua, l'indice PCE core è cresciuto del 2.8%, in aumento rispetto alle attese e al dato del mese precedente, entrambi pari al 2.7% a/a. Tali dati hanno spaventato i mercati azionari statunitensi, che hanno subito una flessione dopo la loro diffusione. Gli investitori temono infatti che un possibile aumento dei prezzi, alimentato dalla politica protezionistica degli Stati Uniti, possa ritardare il prossimo taglio dei tassi da parte della Federal Reserve (FED).


[1] Pe un approfondimento sul rialzo dei prezzi del cobalto si veda l’articolo: Tra dazi e incertezze, l’oro torna protagonista.

APPENDICE NUMERICA

ENERGIA

L'indice PricePedia degli energetici segnala una crescita dei prezzi dovuta principalmente alle azioni minacciate dall'amministrazione Trump.

Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia
Indici finanziari PricePedia dei prezzi dell'energia

La heatmap degli energetici di PricePedia evidenzia un aumento dei prezzi del petrolio, a fronte di una riduzione di quelli del gas naturale in Europa, determinata dall'aumento della produzione di energia eolica e solare.

HeatMap dei prezzi degli energetici in euro
HeatMap dei prezzi degli energetici

 

MATERIE PLASTICHE

L'indice finanziario delle materie plastiche e degli elastomeri cinesi segnala una ripresa dei prezzi nei primi giorni della settimane, per poi subire una lieve svolta.

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

 

FERROSI

I due indici dei metalli ferrosi seguono entrambi una dinamica settimanale laterale.

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

Dall'analisi della heatmap si evidenzia l'aumento dei prezzi minerali di ferro cinesi quotati al Dalian Commodity Exchange (DCE).

HeatMap dei prezzi dei ferrosi in euro
HeatMap dei prezzi dei ferrosi

 

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NON FERROSI INDUSTRIALI

Al netto di alcune oscillazioni settimanali, l'indice dei prezzi dei metalli non ferrosi del London Metal Exchange (LME) diminuisce maggiormente, ridiscendendo sotto all'indice del Shanghai Future Exchange (SHFE).

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

L'heatmap dei non ferrosi segnala una riduzione settimanale dei prezzi del cobalto e dell'alluminio.

HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro
HeatMap dei prezzi dei ferrosi

 

ALIMENTARI

Al netto di alcune oscillazioni, si registra un calo settimanale dell'indice dei cereali e dei tropicali, a fronte di una crescita di quello degli oli.

Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI

La heatmap dei cereali evidenzia un calo settimanale dei prezzi finanziari di frumento e avena.
La riduzione del prezzo del frumento è in parte attribuibile all'aumento di produzione annunciato dal ministero dell'agricoltura ucraino.

HeatMap dei prezzi in euro dei cereali
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI

Dalla heatmap dei tropicali emerge una riduzione dei prezzi del caffè robusta e dello zucchero.

HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI

La heatmap degli oli alimentari segnala un aumento dei prezzi dell'olio canola e dell'olio di semi di soia.

HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari