Come i dazi ridisegnano i mercati: l'effetto sui prezzi delle commodity
Due canali di trasmissione - macroeconomico e commerciale - spiegano l'impatto delle tensioni protezionistiche sui prezzi globali
Pubblicato da Pasquale Marzano. .
Dazi USA Tariffe sulle importazioniL'annuncio dell'amministrazione Trump del 2 aprile, relativo all'introduzione di nuovi dazi, ha scatenato forti reazioni sui mercati finanziari, con effetti immediati su diverse commodity. Sebbene i dazi siano concepiti come strumenti di tutela per i settori produttivi nazionali, le loro conseguenze travalicano i confini interni, andando a incidere sulle dinamiche di domanda e offerta a livello globale. In particolare, è possibile individuare due canali distinti attraverso cui le misure protezionistiche possono influenzare i prezzi internazionali delle commodity: un canale macroeconomico e un canale di ricomposizione commerciale.
Il canale macroeconomico: dazi, commercio globale e domanda di commodity
Finora l'attenzione principale degli operatori finanziari e dei media si è concentrata su questo primo canale. I dazi imposti dagli Stati Uniti hanno alimentato l'incertezza e possono rallentare gli scambi internazionali. La contrazione del commercio mondiale rappresenta un freno per l'attività economica globale, con effetti depressivi sulla domanda aggregata, inclusa quella di materie prime.
Questo timore si è riflesso immediatamente sui mercati azionari, che hanno registrato forti ribassi nei giorni successivi all'annuncio. L'effetto è stato evidente sulle borse di tutto il mondo, che hanno subito perdite medie del 10% nei primi tre giorni.
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L'impatto si è fatto sentire anche sui mercati delle commodity, in particolare su quello del petrolio: il prezzo del Brent è crollato nel giro di poche sedute, passando dai 75 dollari al barile dello scorso 2 aprile ai 61 dollari al barile sette giorni dopo. Questo andamento riflette le aspettative degli operatori circa una domanda futura più debole, in conseguenza del rallentamento economico globale.
Il grafico che segue mostra le quotazioni giornaliere del Brent nel corso di questo secolo.
Dati giornalieri petrolio Brent, Dollari per barile

La variabilità è molto elevata, con numerosi periodi di forte riduzione del prezzo del petrolio. Tuttavia, se ci si concentra sulle variazioni avvenute nell'arco di tre giorni - che riflettono più direttamente gli umori degli operatori finanziari - la flessione del 15% registrata tra il 2 e il 7 aprile risulta tra le tre più marcate su base triennale. Le altre due si sono verificate a marzo 2020, in seguito all'annuncio della pandemia di Covid-19, e a dicembre 2008, dopo la pubblicazione di dati economici negativi dagli Stati Uniti successivi al fallimento di Lehman Brothers nel settembre dello stesso anno.
Il canale della ricomposizione commerciale: effetto settoriale e redistribuzione dell'offerta
Un secondo canale, meno immediato ma altrettanto rilevante, riguarda la ristrutturazione dei flussi commerciali su scala globale. Quando gli Stati Uniti introducono dazi su una specifica commodity, i beni importati diventano relativamente più costosi rispetto a quelli di produzione nazionale. Questo favorisce i produttori interni e penalizza quelli esteri, portando spesso a una riduzione delle importazioni.
Di conseguenza, le quantità non più esportate verso gli Stati Uniti si riversano su altri mercati internazionali, determinando un aumento dell'offerta globale al di fuori degli USA. Questo surplus tende a esercitare una pressione al ribasso sui prezzi mondiali della commodity interessata. Il canale della ricomposizione commerciale agisce dunque in modo più graduale rispetto a quello macroeconomico, ma può produrre effetti più duraturi, in particolare su mercati già caratterizzati da un eccesso di offerta.
Due esempi storici della trasmissione degli effetti attraverso questo canale riguardano le dinamiche divergenti dei prezzi dell'acciaio e dell'alluminio sui mercati USA rispetto a quelli internazionali, in seguito alle tariffe del 25% sull'acciaio e del 10% sull'alluminio introdotte nel 2018 dalla prima amministrazione Trump. In entrambi i casi, nei mesi successivi all'introduzione dei dazi, si è registrata la formazione di un differenziale positivo tra i prezzi sul mercato statunitense e quelli nel resto del mondo.
Un'ulteriore evidenza empirica dell'esistenza di questo canale può essere osservata nelle dinamiche del prezzo del rame, quotato sia al Chicago Mercantile Exchange (CME), relative al mercato USA, sia al London Metal Exchange (LME), relative al mercato europeo. Come mostra il grafico riportato di seguito, in previsione di una possibile introduzione di dazi sulle importazioni statunitensi, gli operatori finanziari hanno spinto le quotazioni CME a divergere da quelle dell'LME. Il differenziale tra i due mercati è progressivamente aumentato fino al 2 aprile, segnalando aspettative di rialzi dei prezzi sul mercato fisico USA significativamente superiori rispetto a quelli attesi sul mercato europeo.
Rame LME vs Rame CME, Dollari per Ton

Dopo il 2 aprile, questo differenziale si è rapidamente ridotto poiché il rame è risultato incluso tra i 1000 codici doganali contenuti nell'Annex II, pubblicato proprio il 2 aprile, che elenca i prodotti esentati dai dazi dall'amministrazione Trump. La possibile esenzione del rame importato ha quindi spinto gli operatori finanziari a rivedere radicalmente le proprie aspettative riguardo a una divergenza dei prezzi tra il mercato statunitense e quello europeo.
Il caso del rame suggerisce l'importanza di considerare le commodity in funzione della loro inclusione o meno nell'Annex II. Quelle incluse (e quindi esentate dai dazi), al netto di interventi futuri, saranno probabilmente colpite solo dall'effetto macroeconomico, mentre quelle escluse subiranno l'impatto sia del canale macroeconomico sia di quello della ricomposizione commerciale. Per queste ultime, ci si può attendere una riduzione più marcata dei prezzi sui mercati internazionali.
Conclusione
La recente ondata di dazi imposti dagli Stati Uniti ha riacceso l'attenzione sull'interconnessione dei mercati globali e su come le politiche commerciali possano generare effetti a catena. Se il canale macroeconomico spiega le reazioni immediate dei mercati finanziari e delle commodity più sensibili alla domanda globale, il canale della ricomposizione commerciale consente di comprendere gli aggiustamenti successivi, legati ai nuovi equilibri tra produttori e consumatori su scala internazionale.
Nel caso in cui la guerra commerciale avviata dall'amministrazione Trump non trovi una soluzione in tempi brevi, è plausibile attendersi una marcata riduzione dei prezzi delle commodity nei prossimi mesi. Tali ribassi potrebbero risultare più intensi per le commodity effettivamente colpite dai nuovi dazi USA, le cui conseguenze si manifesterebbero attraverso entrambi i canali di trasmissione: quello macroeconomico e quello della ricomposizione commerciale.