Dal Liberation al Rollback Day: come i mercati hanno imposto una pausa a Trump
La reazione dei mercati frena l’assalto tariffario di Trump, ma l'incertezza resta molto elevata
Pubblicato da Luca Sazzini. .
Dazi USA Settimana Finanziaria Materie PrimeQuesta settimana i mercati finanziari sono rimasti in attesa di nuove indicazioni da parte dell'amministrazione Trump, dopo che la reazione negativa seguita all’annuncio del cosiddetto Liberation Day del 2 aprile ha costretto la Casa Bianca a una temporanea marcia indietro. Il 9 aprile, infatti, il presidente Trump ha annunciato una sospensione di 90 giorni per molti dei dazi introdotti, segnando un momento di parziale ritiro che alcuni commentatori hanno ribattezzato Rollback Day.
In un contesto macroeconomico segnato da elevata incertezza, il presidente Trump continua tuttavia ad alternare dichiarazioni contrastanti in materia di politica commerciale, contribuendo ad accrescere la volatilità dei mercati finanziari.
Dopo la sospensione dei dazi reciproci per 90 giorni e l’esenzione temporanea concessa ad alcuni beni di elettronica di consumo — compresi anche prodotti provenienti dalla Cina — la linea della politica commerciale statunitense non ha
fatto passi avanti verso la distensione. Nel corso della settimana, il presidente Trump ha, infatti,:
- ridimensionato la portata dell’esenzione sui dazi per i beni elettronici e preannunciato nuove misure tariffarie per il settore tecnologico;
- respinto la proposta dell’Unione Europea per l’eliminazione reciproca dei dazi sui beni industriali;
- intensificato ulteriormente le tensioni commerciali con la Cina.
Quest’ultimo punto sta facendo impennare l’incertezza sui mercati finanziari, poiché le tensioni con la Cina sembrano aver raggiunto i livelli di una vera e propria guerra commerciale.
I dazi statunitensi su alcuni prodotti cinesi hanno raggiunto tariffe complessive del 245%, e il presidente Trump ha dichiarato di voler escludere la Cina dal commercio mondiale, promettendo agevolazioni tariffarie ai paesi che si allineeranno con gli Stati Uniti. Queste dichiarazioni hanno alimentato la domanda di beni rifugio, spingendo il prezzo dell’oro — nella giornata di mercoledì — a un rialzo di oltre il 3%, superando la soglia simbolica dei 3.300 $/oncia.
Nel grafico che segue si riporta la dinamica dei prezzi dell’oro quotata al Chicago Mercantile Exchange, espressa in dollari per oncia troy.
Prezzi finanziari dell'oro CME, in $/oncia troy

Dall’analisi del grafico si evidenzia una forte crescita dei prezzi dell’oro, specialmente nelle ultime due settimane.
L’incertezza della politica commerciale americana, unita alla debolezza del dollaro, ha spinto molti investitori — in particolare in Cina — ad aumentare la domanda di oro come bene rifugio. Si ipotizza, inoltre, che il rialzo sia legato anche a un incremento delle importazioni da parte della Banca Popolare Cinese, che avrebbe convertito una parte delle proprie riserve in Treasury in oro.[1]
Fatta eccezione per una flessione del 2% registrata mercoledì dall’indice S&P 500, dovuta all’inasprirsi delle tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina, il mercato azionario statunitense si è mantenuto relativamente stabile nel corso della settimana. Anche il tasso di cambio tra dollaro statunitense ed euro è rimasto su livelli pressoché invariati rispetto alla settimana precedente.
Si registrano, invece, differenze significative nel mercato dei Treasury statunitensi, che hanno subito un rimbalzo dei rendimenti rispetto ai livelli della settimana scorsa. Il grafico seguente illustra l'andamento dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi con scadenze a 2, 5 e 10 anni.
Rendimenti dei Treasury con scadenze a 2, 5 e 10 anni

Sintesi settimanale dei prezzi finanziari delle commodity
Dopo due settimane di calo, il prezzo del petrolio torna a salire, spinto dalle nuove sanzioni imposte dagli Stati Uniti per limitare le esportazioni iraniane, che hanno riacceso i timori per l’offerta globale. Washington ha colpito una raffineria cinese coinvolta nel commercio con Teheran e sanzionato numerose navi cinesi accusate di trasportare greggio iraniano. A queste tensioni si aggiungono le recenti dichiarazioni di Iraq, Kazakistan e altri membri dell’OPEC+, intenzionati a ridurre ulteriormente la produzione. L’effetto combinato ha alimentato le preoccupazioni sul fronte dell’offerta, contribuendo all’aumento dei prezzi del petrolio dalla giornata di mercoledì.
Il prezzo del gas naturale TTF Olanda registra anch’esso un rialzo dei prezzi nel corso della settimana, a differenza di quello statunitense che prosegue la sua dinamica ribassista.
Nel mercato dei metalli industriali si registra una lieve flessione dei prezzi dei metalli ferrosi, più accentuata sulle borse cinesi che su quelle europee.
I prezzi dei metalli non ferrosi sono rimasti a dei livelli relativamente simili a quelli della scorsa settimana. Dopo un lieve rialzo nella giornata di lunedì, i prezzi hanno subito alcune flessioni influenzate dai nuovi dati preliminari sul commercio di metalli che hanno rilevato una riduzione delle importazioni cinesi. Anche in questo caso, infatti, i prezzi quotati sul mercato di Shanghai hanno registrato riduzioni superiori a quelle del mercato di Londra, aumentando lo spread dei prezzi tra i due mercati.
Politica monetaria
La Banca Centrale Europea ha tagliato i tassi di interesse di 25 punti base, in linea con le aspettative degli analisti. La decisione è stata presa all’unanimità ed è giustificata dal rallentamento delle aspettative di crescita, legato alle nuove tensioni commerciali.
I dati diffusi questa settimana sull’Indice dei al Consumo (IPC) segnalano una crescita dell’inflazione nel mese di marzo del 2.2% a/a. Si tratta di una dinamica in linea con le previsioni e considerata compatibile con il progressivo ritorno verso l’obiettivo del 2%.
Alla luce dei potenziali effetti negativi delle misure protezionistiche statunitensi sull’economia dell’area euro, i mercati hanno iniziato a prezzare ulteriori tagli dei tassi entro la fine dell’anno, con livelli che potrebbero scendere al di sotto del 2%.
Nel frattempo, sull’altra sponda dell’Atlantico, le aspettative riguardo alla futura politica monetaria appaiono decisamente più incerte. Il presidente della Federal Reserve (FED), Jerome Powell, non sembra affatto intenzionato a ridurre i tassi di interesse, pur riconoscendo che l’incertezza generata dalle politiche tariffarie di Donald Trump potrebbe avere effetti duraturi sull’economia. Attualmente, la priorità della FED è quella di mantenere l’inflazione sotto controllo e Powell ha dichiarato che non prevede cambiamenti imminenti nella politica dei tassi di interesse.
Il presidente Donald Trump ha duramente criticato Powell, minacciandolo di un possibile licenziamento. Tuttavia, non dispone dell’autorità necessaria per farlo, poiché la Federal Reserve è un’istituzione indipendente dal potere esecutivo.
[1] Per un approfondimento si rimanda all’articolo della scorsa settimana: Trasferimento delle tensioni tra USA e Cina dagli scambi commerciali ai flussi finanziari
APPENDICE NUMERICA
ENERGIA
L'indice finanziario PricePedia dei prodotti energetici segnala una ripresa dei prezzi dovuta alle sanzioni imposte dagli Stati Uniti che mirano a ridurre le esportazioni iraniane di petrolio.
Indice Finanziario PricePedia dei prezzi in dollari dell'energia

La heatmap degli energetici di PricePedia segnala una ripresa dei prezzi del petrolio e del gas naturale europeo, a fronte di una discesa del gas naturale USA.
HeatMap dei prezzi degli energetici in euro

MATERIE PLASTICHE
L'indice finanziario delle materie plastiche e degli elastomeri segue un'oscillazione settimanale che non ne influenza i livelli dei prezzi, dopo il recupero realizzato nei ultimi giorni della scorsa settimana.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari delle materie plastiche

Le variazioni settimanali delle medie mobili a 3 giorni dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri restano negative, ma mostrano contrazioni decisamente più contenute rispetto a quelle osservate sulla media mobile a 30 giorni.
HeatMap dei prezzi delle materie plastiche e degli elastomeri in euro

FERROSI
I due indici dei metalli ferrosi continuano ad allontanarsi tra loro, con l'indice cinese che registra riduzioni maggiori dei prezzi.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli ferrosi

L'heatmap dei ferrosi segnala una riduzione settimanale della media mobile a 3 giorni dei prezzi dei rottami di acciaio Turchia, dei coils a caldo quotati a Shanghai e dei minerali di ferro cinesi.
HeatMap dei prezzi dei ferrosi in euro

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NON FERROSI INDUSTRIALI
Dopo il recupero realizzato nei giorni finali delle scorsa settimana a seguito della sospensione di 90 giorni dei dazi "reciproci", gli indici finanziari dei metalli non ferrosi hanno seguito questa settimana una dinamica di prezzo leggermente in aumento.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari dei metalli non ferrosi industriali

La heatmap dei non ferrosi evidenzia un aumento dei prezzi del nichel, a fronte di una riduzione dei prezzi dello zinco.
HeatMap dei prezzi dei non ferrosi in euro

ALIMENTARI
Gli indici dei cereali e degli oli presentano oscillazioni di prezzo senza una indicazione precisa della direzione. Viceversa più chiara è la direzione di crescita dell'indice dei tropicali.
Indici Finanziari PricePedia dei prezzi in dollari degli alimentari

CEREALI
La heatmap dei cereali segnala una ripresa dei prezzi dell'avena e una riduzione di quelli spot di mais, riso grezzo, frumento e farina di soia.
HeatMap dei prezzi in euro dei cereali

TROPICALI
Dalla heatmap dei tropicali emerge una nuova significativa crescita dei prezzi del caffè, a fronte di una riduzione di quelli dello zucchero e del cacao.
HeatMap dei prezzi in euro degli alimentari tropicali

OLI
La heatmap degli oli alimentari segnala un leggero calo dei prezzi della media mobile settimanale dell'olio di palma.
HeatMap dei prezzi in euro degli oli alimentari
